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La Domus Aurea è un monumento molto fragile
Testo del comunicato
Francesco Giro, Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali, ha dichiarato:
“Da quanto si evince dai dati del resoconto condotto dal Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roberto Cecchi, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze e con il Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile, relativi al monitoraggio radar satellitare dell’area archeologica del Colle Oppio, la Domus Aurea risulta essere un monumento molto fragile. La stessa ossatura originaria della Domus era costituita da un nucleo di pozzolana e calce e la conformazione geologica del terreno, per l’estrema vicinanza con il fiume Tevere, presenta una stratificazione di sabbia e ghiaia lacustre con minerali vulcanici di origine sabatina e albana. Dal’analisi e dall’interpretazione dei dati di monitoraggio, compresi tra Marzo del 2003 e Giugno del 2010, su tutta l’estensione del parco, non solo sulle strutture affioranti ed emergenti ma anche su quelle ipogee, è stato possibile mettere in evidenza alcune situazioni di criticità. Come è noto, i sistemi radar, rispetto ai più noti sistemi ottici, consentono di operare con continuità, potendo acquisire dati sia in presenza di copertura nuvolosa che di notte, indipendentemente dalle condizioni di illuminazione solare. Grazie alla sovrapposizione delle ortofoto di riferimento con le planimetrie, i risultati ottenuti hanno sottolineato la presenza di movimenti localizzati e circoscritti, riferibili a porzioni dei monumenti stessi. In particolare sono emerse delle deformazioni sull’area della parete absidata di uno degli ambienti riscaldati del percorso termale e sulla Cisterna detta “delle Sette Sale”. In particolare, le spie posizionate sulla parete absidata, ha consentito l’osservazione di fessurazioni e di lesioni della tessitura muraria mentre la distribuzione dei bersagli radar ha rilevato una deformazione nel tempo considerevole del terrapieno esterno della Cisterna, fra Via delle Terme di Traiano e Via Mecenate.
Per quanto concerne il crollo del 30 Marzo 2010 di una galleria traianea di sostruzione, esterna alla Domus, dalla comparazione dei dati interferometrici, acquisiti con piattaforme satellitari differenti, è emersa l’impossibilità a prefigurare un tale evento, suggerendo che il fenomeno occorso possa essere ascritto alla tipologia di fenomeni caratterizzati da immediatezza, non necessariamente prevedibili mediante eventi precursori. Tutto al più, tali rilevazioni sono in grado di suggerire un andamento stagionale, associato a periodi ciclici di rigonfiamento e contrazione del terreno, in relazione alle variazioni dei cambiamenti climatici e delle infiltrazioni di umidità, fenomeno piuttosto frequente in contesti interrati di strutture archeologiche. La consunzione delle malte delle murature e la disgregazione degli elementi strutturali esplicano la loro azione destabilizzante a danno del sistema della struttura archeologica e del terreno di copertura, preparando le condizioni di innesco del fenomeno di dissesto, ma senza manifestare in superficie segnali di cedimento. Inoltre, dato l’ulteriore dissesto e danneggiamento, l’assenza di bersagli radar non consente una cronologia, atta alla ricostruzione dell’evoluzione temporale di spostamento.
Tali eventi – conclude il Sottosegretario – potrebbero essere eventualmente monitorabili non solo potenziando la frequenza di campionamento dei radar satelliti, attualmente a cadenza mensile, ma effettuando verifiche strutturali e attività di monitoraggio terrestre. A questa attività si potrebbe anche aggiungere e integrare un telerilevamento da terra, già sperimentato con successo nel Foro Romano, per monitorare le deformazioni in atto sulla Domus Tiberiana al Palatino”.
Roma, 4 Marzo 2011
MiBAC
Ufficio Stampa del Sottosegretario Francesco Giro
Via del Collegio Romano, 27 – 00186 Roma
06 67232750
“Da quanto si evince dai dati del resoconto condotto dal Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Roberto Cecchi, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze e con il Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile, relativi al monitoraggio radar satellitare dell’area archeologica del Colle Oppio, la Domus Aurea risulta essere un monumento molto fragile. La stessa ossatura originaria della Domus era costituita da un nucleo di pozzolana e calce e la conformazione geologica del terreno, per l’estrema vicinanza con il fiume Tevere, presenta una stratificazione di sabbia e ghiaia lacustre con minerali vulcanici di origine sabatina e albana. Dal’analisi e dall’interpretazione dei dati di monitoraggio, compresi tra Marzo del 2003 e Giugno del 2010, su tutta l’estensione del parco, non solo sulle strutture affioranti ed emergenti ma anche su quelle ipogee, è stato possibile mettere in evidenza alcune situazioni di criticità. Come è noto, i sistemi radar, rispetto ai più noti sistemi ottici, consentono di operare con continuità, potendo acquisire dati sia in presenza di copertura nuvolosa che di notte, indipendentemente dalle condizioni di illuminazione solare. Grazie alla sovrapposizione delle ortofoto di riferimento con le planimetrie, i risultati ottenuti hanno sottolineato la presenza di movimenti localizzati e circoscritti, riferibili a porzioni dei monumenti stessi. In particolare sono emerse delle deformazioni sull’area della parete absidata di uno degli ambienti riscaldati del percorso termale e sulla Cisterna detta “delle Sette Sale”. In particolare, le spie posizionate sulla parete absidata, ha consentito l’osservazione di fessurazioni e di lesioni della tessitura muraria mentre la distribuzione dei bersagli radar ha rilevato una deformazione nel tempo considerevole del terrapieno esterno della Cisterna, fra Via delle Terme di Traiano e Via Mecenate.
Per quanto concerne il crollo del 30 Marzo 2010 di una galleria traianea di sostruzione, esterna alla Domus, dalla comparazione dei dati interferometrici, acquisiti con piattaforme satellitari differenti, è emersa l’impossibilità a prefigurare un tale evento, suggerendo che il fenomeno occorso possa essere ascritto alla tipologia di fenomeni caratterizzati da immediatezza, non necessariamente prevedibili mediante eventi precursori. Tutto al più, tali rilevazioni sono in grado di suggerire un andamento stagionale, associato a periodi ciclici di rigonfiamento e contrazione del terreno, in relazione alle variazioni dei cambiamenti climatici e delle infiltrazioni di umidità, fenomeno piuttosto frequente in contesti interrati di strutture archeologiche. La consunzione delle malte delle murature e la disgregazione degli elementi strutturali esplicano la loro azione destabilizzante a danno del sistema della struttura archeologica e del terreno di copertura, preparando le condizioni di innesco del fenomeno di dissesto, ma senza manifestare in superficie segnali di cedimento. Inoltre, dato l’ulteriore dissesto e danneggiamento, l’assenza di bersagli radar non consente una cronologia, atta alla ricostruzione dell’evoluzione temporale di spostamento.
Tali eventi – conclude il Sottosegretario – potrebbero essere eventualmente monitorabili non solo potenziando la frequenza di campionamento dei radar satelliti, attualmente a cadenza mensile, ma effettuando verifiche strutturali e attività di monitoraggio terrestre. A questa attività si potrebbe anche aggiungere e integrare un telerilevamento da terra, già sperimentato con successo nel Foro Romano, per monitorare le deformazioni in atto sulla Domus Tiberiana al Palatino”.
Roma, 4 Marzo 2011
MiBAC
Ufficio Stampa del Sottosegretario Francesco Giro
Via del Collegio Romano, 27 – 00186 Roma
06 67232750
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:29:51 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:29:51