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CONVEGNO Alfonso Frangipane e la cultura artistica del ‘900 in Calabria
Testo del comunicato
Il Convegno su “Alfonso Frangipane e la cultura artistica del ‘900 in Calabria”, organizzato nel settembre del 2009 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria in collaborazione con l’Università Mediterranea della Calabria e l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria – Assessorato ai Beni Culturali e Grandi Eventi-, ha inteso “recuperare”, soprattutto alla conoscenza delle nuove generazioni, la poliedrica attività svolta da Alfonso Frangipane (1881 -1970) che, a ragione, possiamo considerare un Titano della Storia dell’ Arte Calabrese.
Artista, storico e critico d’arte, ma soprattutto appassionato promotore della conoscenza del patrimonio artistico calabrese oltre gli stretti confini regionali, giunse a Reggio Calabria dall' originaria Catanzaro in occasione del disastroso sisma del 1908 e, qui stabilitosi, diede impulso a numerose e benemerite iniziative, non ultima la fondazione di ben tre Istituti per la formazione artistica delle nuove generazioni, il Liceo Artistico, che ancora oggi porta il suo nome, l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti. Infaticabile ricercatore, appassionato studioso e fine conoscitore dell’arte calabrese dedicò tutta la sua non breve esistenza alla ricerca e, soprattutto, convinto assertore degli studi artistici e delle tradizioni artigianali della nostra regione, seppe trasformare l’ immagine stereotipata del vecchio Bruzio, fino ad allora percepito <quasi una colossale sfinge misteriosa ed impenetrabile>, e presentare la Calabria nelle sedi più prestigiose del tempo, a Monza come a Roma.
La sua attività si svolse all’indomani del disastroso terremoto del 1908 e la ricostruzione allora avviata lo vide protagonista rispettato e ascoltato, insieme a Camillo Autore, Pompilio Seno, Giuseppe De Nava e Francesco Jerace, del dibattito artistico che si produsse negli ambienti dell’intellighentia reggina circa quella che avrebbe dovuto essere la facies architettonica e decorativa della nuova Reggio. Tra le numerose iniziative promosse vogliamo ricordare le Biennali d’Arte Moderna Calabrese, che si svolsero a cominciare dal 1920 e che fornirono un prezioso contributo al rinnovarsi del linguaggio dell’arte anche tra gli artisti calabresi, molti dei quali già attivi e famosi a Roma come a Firenze – basterà pensare a Rubens Santoro e Domenico Colao – risposero con entusiasmo all’invito del professore Frangipane esponendo accanto a Fortunato De Pero, Felice Casorati e Francesco Jerace, per citare i più noti.
L’amore per le dimenticate testimonianze d’arte della sua Calabria lo indusse a fondare nel 1922 la rivista Brutium, ancora oggi imprescindibile strumento di ricerca, le cui pagine accendono, per la prima volta, i riflettori su personalità e maestri dimenticati, da Marco Cardisco a Giuseppe Pascaletti fino al grande Mattia Preti, le cui opere l’instancabile studioso ricerca nella terra natia, e non solo, e sempre col supporto di un faticoso frugare tra documenti d’archivi pubblici e privati.
Infine, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, per adempiere a un incarico dell’allora Ministero dell’Educazione Nazionale percorre instancabilmente l’aspro e difficile territorio calabrese per inventariare e catalogare con metodo scientifico migliaia di oggetti d’arte, spesso dimenticati nelle sacrestie parrocchiali: sono tavole dipinte, sculture, legni, oreficerie, stoffe. Viene edito così nel 1933 l’Inventario degli oggetti d’arte.
Più tardi, nel1938, una medesima operazione porterà alla redazione dell’ Elenco degli edifici Monumentali. Referente: Maria Teresa Sorrenti.
14 aprile ore 10.30
Biblioteca comunale
Via D. Tripepi - Reggio di Calabria
Tel. 0965 23005-312815 – 391048 - Fax 0965 331791
www.calabria.beniculturali.it
Promosso da: Direzione Regionale per i Beni Cultuali e Paesaggistici della Calabria in collaborazione con l’Università Mediterranea della Calabria e l’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria – Assessorato ai Beni Culturali e Grandi Eventi
Artista, storico e critico d’arte, ma soprattutto appassionato promotore della conoscenza del patrimonio artistico calabrese oltre gli stretti confini regionali, giunse a Reggio Calabria dall' originaria Catanzaro in occasione del disastroso sisma del 1908 e, qui stabilitosi, diede impulso a numerose e benemerite iniziative, non ultima la fondazione di ben tre Istituti per la formazione artistica delle nuove generazioni, il Liceo Artistico, che ancora oggi porta il suo nome, l’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti. Infaticabile ricercatore, appassionato studioso e fine conoscitore dell’arte calabrese dedicò tutta la sua non breve esistenza alla ricerca e, soprattutto, convinto assertore degli studi artistici e delle tradizioni artigianali della nostra regione, seppe trasformare l’ immagine stereotipata del vecchio Bruzio, fino ad allora percepito <quasi una colossale sfinge misteriosa ed impenetrabile>, e presentare la Calabria nelle sedi più prestigiose del tempo, a Monza come a Roma.
La sua attività si svolse all’indomani del disastroso terremoto del 1908 e la ricostruzione allora avviata lo vide protagonista rispettato e ascoltato, insieme a Camillo Autore, Pompilio Seno, Giuseppe De Nava e Francesco Jerace, del dibattito artistico che si produsse negli ambienti dell’intellighentia reggina circa quella che avrebbe dovuto essere la facies architettonica e decorativa della nuova Reggio. Tra le numerose iniziative promosse vogliamo ricordare le Biennali d’Arte Moderna Calabrese, che si svolsero a cominciare dal 1920 e che fornirono un prezioso contributo al rinnovarsi del linguaggio dell’arte anche tra gli artisti calabresi, molti dei quali già attivi e famosi a Roma come a Firenze – basterà pensare a Rubens Santoro e Domenico Colao – risposero con entusiasmo all’invito del professore Frangipane esponendo accanto a Fortunato De Pero, Felice Casorati e Francesco Jerace, per citare i più noti.
L’amore per le dimenticate testimonianze d’arte della sua Calabria lo indusse a fondare nel 1922 la rivista Brutium, ancora oggi imprescindibile strumento di ricerca, le cui pagine accendono, per la prima volta, i riflettori su personalità e maestri dimenticati, da Marco Cardisco a Giuseppe Pascaletti fino al grande Mattia Preti, le cui opere l’instancabile studioso ricerca nella terra natia, e non solo, e sempre col supporto di un faticoso frugare tra documenti d’archivi pubblici e privati.
Infine, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, per adempiere a un incarico dell’allora Ministero dell’Educazione Nazionale percorre instancabilmente l’aspro e difficile territorio calabrese per inventariare e catalogare con metodo scientifico migliaia di oggetti d’arte, spesso dimenticati nelle sacrestie parrocchiali: sono tavole dipinte, sculture, legni, oreficerie, stoffe. Viene edito così nel 1933 l’Inventario degli oggetti d’arte.
Più tardi, nel1938, una medesima operazione porterà alla redazione dell’ Elenco degli edifici Monumentali. Referente: Maria Teresa Sorrenti.
14 aprile ore 10.30
Biblioteca comunale
Via D. Tripepi - Reggio di Calabria
Tel. 0965 23005-312815 – 391048 - Fax 0965 331791
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© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:18 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:18