Tipo Luogo:
Archivio di Stato
Archivio di Stato di Reggio Emilia
Apertura
Prenotazione Non richiesta
Orario di apertura:
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Informazioni apertura
Info
chiuso Santo Patrono: 24 Novembre
Descrizione
Sedi
Nell’area attualmente occupata da Palazzo Carmi, sede dell’Archivio di Stato dal 1969, sorgeva un tempo il Convento di Santo Spirito, edificato nel XVI secolo ai confini di quello che sarebbe poi divenuto il Ghetto. Il convento venne soppresso nel 1783 e, dopo varie vicende, fu venduto nel 1838 all’imprenditore di origine ebraica Giuseppe Carmi. Carmi si affidò ai servigi del famoso architetto Pietro Marchelli che nel 1849 progettò per lui il “vasto e maestoso” fabbricato destinato a sorgere in loco dell’ex convento e che attualmente ospita l’Archivio di Stato di Reggio Emilia. I progettisti mantennero in buona parte l’assetto originario dell’edificio, di cui si può tuttora evincere l’origine claustrale per la presenza di tre cortili, in corrispondenza di quelli che un tempo erano i chiostri di Santo Spirito.
Nel 1929 l’edificio venne venduto al Fascio di Combattimento di Reggio Emilia ne divenne sede fino al 1945. Fu poi incamerato dal Demanio e assegnato nel 1969 all’Archivio di Stato. In virtù della sua importanza dal punto di vista storico e architettonico, nel 1977 il palazzo fu infine dichiarato di particolare interesse storico e artistico dalla Soprintendenza, divenendo oggetto di numerosi interventi di recupero che, tra le altre cose, portarono alla luce parte dell’originario apparato pittorico. Sul retro dell’edificio, dove un tempo si ergeva l’ala del palazzo demolita negli anni Cinquanta, è stata inoltre ricavata un’area cortiliva, progettata sulla base delle planimetrie disegnate dall’architetto Marchelli.
A palazzo Carmi si aggiunse poi nel 1993 la sede sussidiaria dell’ex carcere di San Tommaso, edificio risalente al XV secolo dichiarato di interesse storico-artistico già nel 1912, con provvedimento poi confermato nel 1977. Di particolare pregio è il muro quattrocentesco “con fregio e zoccolo in terracotta” attribuito a Casotti, al cui interno sono incorporate formelle in arenaria, raffiguranti una teoria di Santi e la Madonna, risalenti al XV-XVI secc.
Patrimonio
L’Archivio di Stato di Reggio Emilia fu istituito nel 1892. Uno dei fondi più importanti è l’Archivio Antico del Comune di Reggio Emilia (962-1796), al quale si affianca il ricco Archivio dei Cavamenti o d’acque (1435-1891). Legata all’attività del comune reggiano è anche una parte significativa degli atti giudiziari antichi denominati Curie della città (1271-1804): si tratta di uno dei fondi giudiziari più ricchi e importanti degli stati ex estensi e non solo. conservando in numero cospicuo registri e fascicoli civili e criminali. Ad essi si affiancano le Curie del ducato (1490-1804), contenenti le serie degli atti civili e criminali del territorio reggiano.
Tra i fondi archivistici di provenienza statale conservati presso l’Archivio di Stato occorre ricordare gli Atti notarili del distretto di Reggio Emilia (1372-1920) e l’archivio della Prefettura di Reggio Emilia (1860-1975), al cui interno si distingue per importanza l’Ufficio di Gabinetto (1881-1975), ricco di documentazione relativa al ventennio fascista. Tra gli altri fondi, di diversa origine, conservati dall’archivio di stato si ricordano poi l’archivio del Monastero dei Santi Pietro e Prospero (806-1783) e quello di San Tommaso (sec.X-1784), che custodiscono ricchi fondi pergamenacei. Un caso a sé, per la sua unicità è rappresentato dall’archivio dell’Università Israelitica (1413-1883), attraverso il quale è possibile ricostruire le vicende relative a circa quattro secoli di storia ebraica a Reggio.
Vanno infine ricordati i numerosi fondi privati giunti in Archivio di Stato per donazione, deposito o acquisto quali l’archivio della famiglia Cassoli (sec. XII-sec. XIX), quello dell’illustre e antica famiglia Malaspina Torello (1336-1902).
© 2021 MiC - Pubblicato il 2022-08-04 09:37:00 / Ultimo aggiornamento 2024-01-25 15:25:47
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