POESIA DI CLAUDIO ONGARATO
Apertura
Date di apertura
Evento giornaliero
Prenotazione Non richiesta
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- Chiuso
- Mer
- Chiuso
- Gio
- Chiuso
- Ven
- Chiuso
- Sab
- Chiuso
- Dom
- Chiuso
Informazioni apertura
InfoDescrizione
Per la Giornata Mondiale della Poesia, fissata per il 21 marzo 2020, il museo ha proposto sulla sua pagina Facebook delle letture di poesie.
Anche Claudio Ongarato ha voluto dare il suo contributo con "Letture per le Gallerie dell’Accademia". Dopo Roberto Ranieri e Laura Guadagnin, è la volta di un altro veneto come quest'ultima.
Claudio
Ongarato nasce e vive a Venezia. Fin da giovanissimo ha amato la letteratura e
la filosofia, praticando la poesia. Ha ottenuto negli anni molti riconoscimenti
e premi in concorsi letterari. Ha partecipato a reading, eventi e incontri di
poesia. Alcuni suoi testi di poesia e narrativa sono contenuti in varie antologie.
Con la Youcanprint ha pubblicato nel 2011 la silloge “Nel labirinto delle fate
inquiete".
Di seguito i testi dei tre estratti delle varie letture che ha scelto ed eseguito, che si sono potuti leggere e che hanno accompagnato la lettura e la voce di Ongarato stesso.
è come nella notte di san giovanni
con la sua luce ostinata
che colora anche il tramonto
mentre serpi-lumache
in lenta processione
seguono la rotta della rugiada
antidoto ad ogni veleno
e pietre pallide e visi aperti
consumano l’attesa
di una notte che non si fa
anche la luna inganna se stessa
strusciandosi nel grigio azzurro
spalancato al sorriso dei morti
è un delirio che non trascende
l’origine di pagani affanni
ma ne ripete il bisogno
e il giorno non arriverà
se le stelle si nascondono
nelle finestre accese
per abitudine del buio
calato anch’io in questo teatro
sono una serpe-lumaca
l’antidoto
* * *
càpita
a volte
che gli occhi diventino girasoli
cerchi che chiudono
altri chiusi cerchi
e se gli occhi sono di nebbia
il guardare avrà le rughe del cedro
ogni suono si accenderà
come luminarie d’agosto
effimere
arriverà il tempo
della parola che scava
solo quando la bocca
avrà anche la dignità degli occhi
un confine che pretende
lunghi pellegrinaggi
alla luce delle compassioni
contando ad una ad una
le pietre miliari
su cui ci siamo seduti
prima di parlare
impariamo a guardare
ogni sillaba è un sigillo
è forza di gravità verbale
non c’è creatura
che nel viale ombroso della parola
non abbia conosciuto
l’abbandono e il pentimento
tutti noi
almeno una volta
siamo stati fiocchi di neve
e abbiamo oltrepassato
indenni
il filo spinato
abbiamo distolto lo sguardo
- prima ancora di tacere
perché nessuno potesse dire
che anche noi
abbiamo fatto del male
facendolo ai nostri occhi
* * *
la malattia è il domani
quello che non vediamo
che non sappiamo intuire
la malattia
è il pensiero che ristagna
il respiro che si srotola
in faticosi amplessi
con tutte le paure della notte
la malattia è il domani
che non sa imparare
che non conosce aurora
che corre come selvaggina
lungo i fossi
per non essere braccata
che perde i colori a pezzi
come ossute carcasse
sposate alla sabbia
la malattia è il domani
con i talloni impediti
e il latrare dei cani
a guardia dell’eden
Posizione
Contatti
- Tel
- +39 041 5222247
- ga-ave@beniculturali.it