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#iorestoacasa RESTAURI IN CORSO – La cultura non si ferma
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Nell’ambito della campagna del MiBACT #iorestoacasa – La cultura non si ferma, prosegue la nuova rubrica Restauri in corso che propone ogni settimana un nuovo intervento conservativo in corso.
GLI STALLI LIGNEI DEL TEMPIETTO LONGOBARDO DI CIVIDALE DEL FRIULI
Dopo oltre sei secoli dalla loro realizzazione gli stalli lignei intagliati e policromi del Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli, realizzati nell’ultimo quarto del XIV secolo da maestranze veneziane, per la prima volta hanno lasciato l’aula del prezioso sacello per essere sottoposti a un puntuale e filologico intervento di restauro che si svolge in un cantiere trasparente e periodicamente accessibile, allestito nella vicina chiesa di San Giovanni.
Mani esperte curano ogni punto del raffinato insieme, costituito dal sapiente assemblaggio di legni di specie diverse – larice, pioppo, pero, castagno – intagli, cornici, elementi decorativi di matrice zoomorfa e fitomorfa; contestualmente il Tempietto si offre nella sua nudità, spoglio del suo arredo più recente ma altresì ricco delle testimonianze artistiche costituite da stucchi, affreschi, pietre lavorate.
Il complesso degli stalli è articolato in un doppio ordine: quello principale, con seduta e schienale, termina con una volta a semi carena, suddivisa in cassettoni stellati, collegata da una cornice trabeata, decorata con gli stessi motivi intagliati a forma di stella che, sorretta da mensole, si protende a sbalzo; il minore è costituito da una semplice serie di seggi. Lo studio, che il contatto prolungato con il manufatto ha reso possibile, permette di affermare che l’attuale coro ligneo è costituito da una sorta di “ammodernamento” di un precedente e più antico coro, più essenziale, che è stato riutilizzato in molti elementi costitutivi in quello attuale.
Gli stalli principali sono abitualmente addossati alle pareti dell’aula. Quelli posti a sud sono dieci, preceduti da nove semplici sedili reclinabili; di fronte sono posti otto stalli principali e sette sedili inferiori, per un totale di trentaquattro sedute. I tre scranni della parete ovest, divisi dalla porta d’ingresso, sono caratterizzati da maggiori dimensioni e da un apparato decorativo più ricco. Come ricorda Mutinelli “gli stalli rivelano l’ordine gerarchico della comunità. Il seggio della Badessa, che nelle cerimonie solenni aveva diritto di anello e di pastorale, e quello della Reggente, la vera e propria Priora del convento, si scorgono a destra di chi guarda la porta maggiore che un tempo era l’entrata del sacello. Lungo i lati sedevano le Madri anziane e sui sedili mobili verso l’aula le novizie e le sorelle”. L’ordine inferiore degli stalli è in legno di larice.
Il coro ha un ingombro medio di 3,00 m di altezza x 6,25 m di lunghezza x 2,28 di profondità su entrambi i lati ed è realizzato con specie legnose differenti. Nel registro principale il larice è stato utilizzato per le sedute reclinabili, i dossali e i divisori con intagli traforati a giorno; in noce sono i pannelli divisori e l’elemento mistilineo che circoscrive ogni stallo e lo raccorda al dossale, decorato con pannelli in pioppo, intagliati e policromi. Una pedana lignea di rifacimento, che ha lo scopo di isolare il coro ligneo dal pavimento, costituisce la base di appoggio del complesso; quella originale forse era sostenuta da morali in castagno, come potrebbe testimoniare il ritrovamento di uno degli elementi strutturali più antichi in questa specie legnosa.
Il restauro in corso ha permesso il ripristino dell’altezza originale degli stalli grazie all’utilizzo di una soluzione tecnologica innovativa; l’asportazione di vernici ossidate e sporco di deposito ha restituito gran parte della policromia degli intagli e il colore puro dei decori; l’insieme ha ritrovato la sua stabilità strutturale ed è stato predisposto un sistema di smontaggio rapido del manufatto da attuare in caso di emergenza.
L’intervento è stato finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, grazie a tre lotti afferenti alla programmazione ordinaria e alla rimodulazione L. 190/2014; ha ottenuto il contributo del Comune di Cividale del Friuli e il sostegno della Fondazione Friuli.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-06-22 12:38:55 / Ultimo aggiornamento 2020-06-22 12:38:55
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