Insula Insularum. La Maddalena e Caprera oltre Garibaldi
Apertura
Date di apertura
Evento giornaliero
Prenotazione Obbligatoria
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- Chiuso
- Mer
- Chiuso
- Gio
- 17:00 - 18:00
- Ven
- Chiuso
- Sab
- Chiuso
- Dom
- Chiuso
Informazioni apertura
InfoDescrizione
Dall’ Itaca di Omero (epica della metà del VIII sec. a. C) all’ignota isola de La Tempesta di William Shakespeare, dei primi del XVII secolo, non c’è luogo dell’immaginario che ci descriva più di quello circondato dal mare. È l’insularità che definisce la terraferma e non il contrario. Si potrebbe dire che l’uomo della terraferma è il vero esiliato di un’isola perduta. Altro che riempire di contenuti l’insularità, quella inserita nella Costituzione, come affermano certuni, dimentichi di letteratura e di narrazioni. L’identità europea e quella italiana sono insulari, a partire da un’autocoscienza che presuppone una cassetta degli attrezzi culturale prima che giuridico-amministrativa. Non a caso lo storico Christian Jacob nel suo "L’empire des cartes" definisce l’isola come “l’unità minima dello spazio cartografico”. Luogo geografico quanto dell’immaginario. Alterità e altrove, fulcro e simbolo di un’infinità di archetipi, a volte contradditori e, insieme, di ossimori. Paradiso perduto, eden da colonizzare, avamposto misterioso, sito periferico e claustrofobico, porto aperto, crocevia di traffici e culture.
Che dire se poi, come in Sardegna, ci si trova in un’insula insularum, comprensiva delle isole di San Pietro, Sant’Antioco, Caprera, e La Maddalena. Che relazione tra tante differenze? Insularità plurali ma pure plurali declinazioni di isolanità. Che sia il troppo di tutto, compresa la baricentricità mai percepita dai residenti, che abbia affascinato Horatio Nelson ben prima di Giuseppe Garibaldi? O di Heinrich Schliemann? Vi sbarcò per errore e la confuse con Cagliari, essendo, da tempo, non solo un pugno di scogli. Continua a esserlo, se si guarda l’arcipelago maddalenino dall’alto. L’urbano dell’isola madre La Maddalena e di Caprera, non hanno, infatti, mai alterato uno degli ambienti più intonsi del Mediterraneo. Superbo intreccio tra natura e cultura, tra Sardegna e Corsica. Quasi una cerniera e dimensione di frontiera, dove si è formata una comunità piccola quanto multietnica. In principio i “pionieri” dalla Corsica, poi i pescatori dalla Campania, gli scalpellini delle cave di granito dalla Toscana, dall’Emilia e dalla Lombardia, gli operai dell’Arsenale e i militari di ogni dove d’Italia. Il racconto di La Maddalena e di Caprera è il racconto del Mediterraneo che, da sempre, si muove con uomini e merci. Un viaggio che oltrepassa Nelson, Napoleone, Garibaldi perché i veri protagonisti sono moltitudini anonime. Melting pot che si fa Sardegna con molte resilienze: dai i monaci benedettini delle isole, al corsaro che divenne sindaco, dagli inglesi che prendono casa nell’Ottocento, alla presenza valdese, e a quella massonica.