"I MIEI OMAGGI" DI IGNAZIO ROMEO ALLA BSI
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Venerdì 13 dicembre 2019 alle 18, alla galleria d’arte Mario Di Iorio della Biblioteca statale Isontina, si inaugura la mostra “I miei omaggi” dell’artista Ignazio Romeo. Il percorso dell’esposizione è composto da opere eseguite per rendere omaggio e, nel contempo, avvicinarsi al lavoro di quegli artisti che hanno lasciato un segno forte nella vita artistica di Romeo.
“I lavori presentati in questa mostra – spiega l’autore – sono un gesto d’affetto e di riconoscenza verso quegli artisti che mi hanno affascinato con la loro storia e le loro opere. Ho studiato il loro lavoro con passione attraverso la reinterpretazione di alcune delle loro opere e l’ho fatto all’inizio solo per me stesso, pensando infine di mostrare questi lavori che mi appartengono forse più di quello che immaginavo. I miei omaggi sono rivolti agli artisti locali a me più vicini come ad artisti famosi internazionali, sempre interpretando i loro segni personali e caratteristici ripensati attraverso il mio modo di lavorare e i miei materiali”.
“Il percorso artistico di Ignazio Romeo, – si legge nel testo critico curato da Franca Marri – sin dai suoi esordi, si inserisce nell’ambito dell’arte concettuale con una particolare attenzione rivolta ai materiali poveri e al riutilizzo di elementi esistenti e con una predilezione per le forme minimali.Spaziando dalla scultura all’installazione, dalla pittura alla serigrafia, il suo lavoro mantiene una costante nel tempo nell’utilizzo del ferro, preferibilmente arrugginito, quale elemento espressivo o quale componente cromatica: quasi come una cifra distintiva; una precisa scelta stilistica. Alternato alla pittura, concepito pure come solida architettura, accostato a morbidi tessuti, mutato da resine o altre lavorazioni, il ferro nell’opera di Romeo crea inedite relazioni, intime contraddizioni, folgoranti spaesamenti, giocose incongruenze, dando luogo a momenti di magica sospensione, suggerendo molteplici riflessioni.
Nella serie di opere che l’artista dedica ad alcuni protagonisti dell’arte contemporanea, più o meno noti a livello internazionale o in ambito regionale, si possono ritrovare tutte le caratteristiche principali del suo lavoro e al tempo stesso riconoscere immediatamente gli autori per i quali ha realizzato ogni singolo omaggio. In questo caso è dunque Romeo stesso che dichiara esplicitamente la relazione con l’artista in questione, crea quel legame con l’altrui opera riuscendo a fonderla, in maniera assolutamente perfetta e “spettacolare”, con la sua, portandola all’interno della propria poetica, raccontandola a modo suo.
Un segno, un cielo, una luce; un desiderio di infinito o di un terzo paradiso; una tensione tra corpi legati e sospesi, il nero profondo di un camera oscura, un peso minaccioso, una corda, un uovo, un oggetto comune; il ricordo di Michelstaedter: sono tutti richiami chiari, diretti, all’artista di volta in volta scelto per rendergli “ossequio”, che Romeo fa suo e contemporaneamente trasforma in qualcosa di molto simile a sé. Si tratta di un’operazione che contiene una sorta di capovolgimento, di gioco delle parti, in cui non manca l’elemento della sfida: sembra quasi che Ignazio Romeo ritrovi in questa dimensione la possibilità di vestire i panni altrui senza però rinunciare alla propria identità, esattamente come gli poteva accadere in passato quando recitava con il Piccolo Teatro Città di Gorizia. E come ogni bravo attore conferisce nuova vita ai personaggi che viene a interpretare, mettendoci parte del proprio vissuto, della propria personalità e del proprio sentire, allo stesso modo egli sa rinnovare il senso di un discorso figurativo realmente condiviso, rilanciandolo al pubblico quale nuovo punto di partenza per ulteriori considerazioni, in un’altra forma di partecipazione e di fruizione”.
“Tra le molte mostre allestite nella galleria d’arte Mario Di Iorio, dal 1998 ad oggi – è il commento del direttore della Bsi, Marco Menato – questa di Ignazio Romeo è forse la più particolare. Infatti Ignazio ha alle spalle studi d’arte, quindi in un certo senso può dirsi artista certificato, ma come ben si sa l’arte non dà essa stessa il pane, occorre cercarselo, il pane, con fatica, intelligenza, un pizzico di fortuna e tanta tanta ostinazione. Ed è quello che ha fatto Ignazio pensando a un certo punto di utilizzare la sua arte, aprendo bottega, come in realtà facevano gli artisti dei tempi passati. Nella sua bottega, che essa stessa è un concentrato d’arte (e come tale qualche anno fa fu aperta, “esposta al pubblico”, come opera d’arte nel suo complesso, dalle finiture agli oggetti che conserva), ha visto passare decine di artisti e di opere… d’arte, risolvendo molti problemi pratici in fatto di stampa e di esposizione, risolvendo – dicevo – ma anche catturando tante idee, soluzioni, percorsi possibili: in questo modo tutti i clienti, sono diventati in qualche modo suoi maestri, da ciascuno ha appreso qualcosa forse anche senza volerlo (come, nel caso dei libri, si dice che ogni libro, anche quello che a una prima scorsa possa sembrare il meno interessante, può alla fine essere di qualche utilità). In un’epoca in cui il lavoro viene visto come un “peso” che schiaccia e opprime e toglie ogni libertà, entrare nella bottega di Ignazio, Serimania, è come fare il salto nel tempo, sentirsi ascoltati, coccolati, compresi, certo la bellezza ha poteri taumaturgici, ma occorre saperli usare e dosare!
Dopo molti anni di lavoro, certamente non alle soglie della chiusura (ne sono certo) Ignazio ha voluto restituire alla schiera di clienti (o di amici?) che ha servito con il sorriso e molta pazienza, quello che gli è rimasto nel cuore e che non è riuscito ad esprimere compiutamente, appunto perchè chi ha una bottega deve tener dietro a una miriade di problemi amministrativi, che a volte a sera si è stanchi e non si ha tempo per … fare arte. Questi “Omaggi” sono quindi, almeno così li ho percepiti, un inno al lavoro e alla passione che deve entrare in ogni attività umana (anche quella che sembra misera, piccola, insignificante), ma sono anche un inno all’Arte, senza di essa il nostro peregrinare non avrebbe alcun senso e si confonderebbe con le forme di vita più primitive. Gli “Omaggi” concludono il fecondo anno di esposizioni organizzate dalla Biblioteca statale Isontina e sono anche il mio augurio per l’anno nuovo”.
Il catalogo è disponibile in mostra.
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