Adolfo Rossi - giornalista del mondo
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Descrizione
ADOLFO ROSSI giornalista del mondo
Mostra documentaria - Inaugurazione il 25 settembre 2021 alle ore 10,30
Rovigo Sala Sichirollo via Sichirollo 11
Nel centesimo anniversario della morte di Adolfo Rossi (1857-1921) l’Archivio di Stato di Rovigo proporrà al pubblico il ricchissimo materiale documentario che compone il Fondo a lui intitolato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2021 European Heritage Days - “Patrimonio – Tutti inclusi”.
La mostra si propone di illustrare la meravigliosa avventura di un personaggio unico e inimitabile, straordinario nel descrivere l’epopea e le conseguenze del fenomeno della grande emigrazione italiana tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.
Emigrato nel 1878 partendo con nulla da Valdentro di Lendinara, divenne giornalista a New York e poi addirittura il più grande reporter per le maggiori testate italiane che arricchì con il suo stile moderno e innovatore ispirato alla scuola di giornalismo americano. Le carte di Rossi attestano l’intensità della sua attività giornalistica sia nei primi tre anni americani, sia dopo il ritorno in Italia nel 1884. Fu scrittore di successo dallo stile schietto e diretto, ma ricco di particolari, raccontando in prima persona l’esperienza degli emigranti nei libri “Un italiano in America” e “Nel paese dei dollari”. Realizzò numerose inchieste. La prima sulla miseria della campagna polesana, suo luogo di nascita. Fu poi inviato dal giornale romano La Tribuna, che grazie a lui diventò il giornale più venduto in Italia, per indagare sulle condizioni sociali della Sicilia nel momento di crisi politica creato dalla questione dei Fasci Siciliani dei Lavoratori nell’ottobre del 1893. Fu tra i primi a denunciare l’eccidio del popolo armeno da parte della Turchia e l’inadeguatezza dei mezzi e della preparazione delle forze coloniali italiane nelle guerre africane. Per questo fu espulso dall’Africa italiana, ma dopo le tragiche sconfitte delle forze armate italiane lo stesso primo
ministro Crispi lo convocò per sentire dalla sua voce le ragioni delle critiche sull’operato e sull’organizzazione dell’esercito italiano in Eritrea.
Come giornalista raggiunse i vertici della professione divenendo caporedattore del Corriere della Sera, capace di guidare la principale testata giornalistica italiana «con intelligenza ed equilibrio» in momenti di crisi acuta. I suoi articoli, arricchiti da foto riprese di persona, documentano con dovizia di particolari e precisione gli eventi e cercano di offrire al lettore un quadro obiettivo delle difficili condizioni in cui versavano gli emigrati italiani, i contadini in Sicilia, le truppe italiane in Eritrea e così via. Dovunque si trovasse come inviato, Rossi si
mostrò molto critico delle scelte del governo italiano e non esitò a condannarne pubblicamente gli orientamenti.
Non contento del successo come giornalista, per l’esperienza maturata all’estero fu scelto a rappresentare l’Italia come ispettore viaggiante del Commissariato Generale dell’Emigrazione (1902) e infine divenne ambasciatore e ministro plenipotenziario per l’emigrazione in Sud America (dal 1908 fino alla morte).
Le relazioni che scrisse sullo stato dell’emigrazione italiana nel mondo suscitarono sensazione e contribuirono a cambiare la politica migratoria del Governo italiano oltre a rendergli nemici gli sfruttatori e i profittatori del fenomeno in Italia e all’estero.
La mostra rimarrà aperta fino al 10 ottobre 2021.
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