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“Taranto e i doni del suo mare: la porpora e il bisso” Dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto in diretta Mercoledì 8 giugno alle ore 18.00
Testo del comunicato
Il progetto FISH&C.H.I.P.S.
(Fisheries and Cultural Heritage, Identity, Participated Societies),
realizzato grazie al Programma Interreg V-A Greece-Italy, torna a Taranto con
la narrazione di una delle più importanti tradizioni artigianali legate al
mare.
Mercoledì 8 giugno alle ore 18.00
protagonisti del ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra.
Conversazioni sul mare e le sue risorse” - con il coordinamento scientifico
della direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Eva
Degl’Innocenti, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’Università
di Foggia – saranno la porpora e il bisso nella conversazione on-line “Taranto
e i doni del suo mare: la porpora e il bisso” del dott. Francesco Meo, archeologo e docente della Scuola di
Specializzazione in Archeologia “Dinu Adamesteanu” dell’Università del Salento.
La conferenza si concentrerà sull’importante
lavorazione dei murici per la porpora e della pinna nobilis per la
pregiata produzione tessile tarantina del bisso, la “seta di mare”. Una delle
caratteristiche che rendeva particolarmente preziose le stoffe tarantine era la
loro tintura con la porpora estratta dai murici, i molluschi marini conosciuti
a Taranto come “coccioli”. Il loro uso per l’estrazione del colorante, che
Plinio chiama “rubra Tarentina”, era
talmente elevato che nei pressi del Mar Piccolo si era creata una collinetta di
gusci: il Monte dei Coccioli.
Altra preziosa sostanza estratta dal mare è il bisso,
il filamento con il quale il più grande mollusco marino, la Pinna nobilis, è ancorato sul fondo del
mare. Questo ciuffo, una volta ripulito e pettinato, può essere utilizzato
nella tessitura e, se reso lucente, brilla come l'oro alla luce del sole, dando
vita a numerose leggende.
“Il bisso marino e la
porpora erano, per Taranto, due risorse naturali di straordinaria importanza
– afferma il dott. Francesco Meo - perché attorno a esse era sviluppata una
vera e propria attività economica. Il filamento del bisso diveniva dorato ed
era usato per produrre piccoli oggetti e per decorare preziosi abiti.
L'estrazione della porpora era talmente importante che Taranto era conosciuta
in tutto il Mediterraneo per la produzione di una tonalità di colore, la “rubra
tarentina” appunto, che prendeva proprio il nome dalla città. Conoscere il
valore di queste materie prime è importante perché vuol dire riscoprire le
tradizioni e l'economia della stessa Taranto in età antica”.
L’appuntamento on-line con “Taranto e i doni del suo
mare: la porpora e il bisso” è per Mercoledì 8 giugno alle ore 18.00 sui canali
Facebook, Youtube e Linkedln del Museo Archeologico Nazionale di Taranto.