Pubblicato il:
Iscriviti alla newsletter
Programmazione congiunta in Europa della Ricerca applicata al Patrimonio Culturale
Testo del comunicato
Questa mattina il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini e il ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi hanno firmato, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, la dichiarazione che avvia le attività di coordinamento della Programmazione congiunta della Ricerca europea nel settore della conservazione e la sicurezza del patrimonio culturale.
Il 3 dicembre 2009 il Consiglio Competitività dell’Unione Europea ha approvato infatti la proposta dell’Italia di inserire la conservazione del patrimonio culturale tra i temi per i quali è necessario ed urgente coordinare i programmi nazionali di ricerca degli Stati membri e dei Paesi associati dell’Unione Europea.
L’Europa ha assegnato all’Italia la guida del progetto e con la firma di oggi i due ministeri (MIUR e MIBAC) assumono il ruolo di coordinamento della Ricerca europea applicata al patrimonio culturale. Un riconoscimento internazionale della qualità del modello italiano di tutela e di conservazione.
Dunque, un tema come quello dei beni culturali, strategico per lo sviluppo e la competitività del nostro Paese, diventa una priorità per l’Unione Europea.
L’Italia infatti oltre ad essere il Paese al mondo che detiene il maggior numero di siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è lo Stato che con oltre 40 milioni di euro l’anno investe di più in Europa nel settore della ricerca applicata alla conservazione dei beni culturali.
La Programmazione Congiunta Europea
Negli ultimi anni è maturata in Europa la consapevolezza che i singoli stati membri non sono in grado di affrontare autonomamente alcune grandi sfide. E’ necessario quindi coordinare meglio le attività per formulare risposte più adeguate e globali.
La Programmazione congiunta è un nuovo strumento che ha lo scopo di coordinare i programmi nazionali di ricerca degli Stati membri dell’Unione Europea.
Si riferisce esclusivamente ai programmi di ricerca pubblici e ad un numero limitato di temi che, per le loro caratteristiche, non possono essere affrontati singolarmente dagli stati.
I Paesi che decidono di aderire ad un’iniziativa di Programmazione congiunta si impegnano a:
- coordinare i propri programmi di ricerca con gli altri paesi coinvolti;
- impegnare risorse adeguate per svolgere i programmi di ricerca concordati;
- definire, di comune accordo con gli altri paesi, i meccanismi e gli strumenti da utilizzare per il finanziamento delle attività di ricerca.
Roma, 25 febbraio 2009
Il 3 dicembre 2009 il Consiglio Competitività dell’Unione Europea ha approvato infatti la proposta dell’Italia di inserire la conservazione del patrimonio culturale tra i temi per i quali è necessario ed urgente coordinare i programmi nazionali di ricerca degli Stati membri e dei Paesi associati dell’Unione Europea.
L’Europa ha assegnato all’Italia la guida del progetto e con la firma di oggi i due ministeri (MIUR e MIBAC) assumono il ruolo di coordinamento della Ricerca europea applicata al patrimonio culturale. Un riconoscimento internazionale della qualità del modello italiano di tutela e di conservazione.
Dunque, un tema come quello dei beni culturali, strategico per lo sviluppo e la competitività del nostro Paese, diventa una priorità per l’Unione Europea.
L’Italia infatti oltre ad essere il Paese al mondo che detiene il maggior numero di siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è lo Stato che con oltre 40 milioni di euro l’anno investe di più in Europa nel settore della ricerca applicata alla conservazione dei beni culturali.
La Programmazione Congiunta Europea
Negli ultimi anni è maturata in Europa la consapevolezza che i singoli stati membri non sono in grado di affrontare autonomamente alcune grandi sfide. E’ necessario quindi coordinare meglio le attività per formulare risposte più adeguate e globali.
La Programmazione congiunta è un nuovo strumento che ha lo scopo di coordinare i programmi nazionali di ricerca degli Stati membri dell’Unione Europea.
Si riferisce esclusivamente ai programmi di ricerca pubblici e ad un numero limitato di temi che, per le loro caratteristiche, non possono essere affrontati singolarmente dagli stati.
I Paesi che decidono di aderire ad un’iniziativa di Programmazione congiunta si impegnano a:
- coordinare i propri programmi di ricerca con gli altri paesi coinvolti;
- impegnare risorse adeguate per svolgere i programmi di ricerca concordati;
- definire, di comune accordo con gli altri paesi, i meccanismi e gli strumenti da utilizzare per il finanziamento delle attività di ricerca.
Roma, 25 febbraio 2009
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:29:48 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:29:48