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Pinacoteca Nazionale di Siena, dipinto di Domenico Beccafumi entra a far parte della collezione
Testo del comunicato
Il dipinto sarà esposto nelle sale dal 25 febbraio
È stata presentata nel corso di una conferenza stampa svoltasi il
23 febbraio l’acquisizione del nuovo dipinto annunciato alcune settimane
fa dalla Pinacoteca Nazionale di Siena. Si tratta di un’opera giovanile
di Domenico Beccafumi raffigurante la Madonna con Bambino e San Giovannino, un olio su tavola di cm 72X58, che verrà esposto nella sala 27, la prima dedicata al pittore senese.
Dopo la presentazione alla stampa e alle
autorità, e una visita in anteprima per l’Associazione Amici della
Pinacoteca Nazionale di Siena, il dipinto sarà visibile al pubblico dal 25 febbraio e per dare una possibilità speciale alla cittadinanza sarà possibile accedere al museo, per la sola giornata di sabato, al costo di 2 euro.
L’opera di Beccafumi è stata comprata
dal suo ex-proprietario oggi scomparso, il Prof. Giorgio Giusti, nel
1974 come dipinto di “Scuola senese del 500.” La sua famiglia,
costituita da sei eredi, ne ha poi proposto l’acquisto allo Stato che ha
accettato.
La Pinacoteca Nazionale di Siena, museo
autonomo dal 2022, ricerca tutte le opere di alto livello che accrescano
le sue collezioni, che sono le più complete sull’arte senese, con un
interesse particolare per le opere in vendita sul mercato italiano.
L’acquisto, fortemente voluto dal direttore Axel Hémery, è stato
possibile anche grazie alla mediazione di Stefano Casciu direttore della
Direzione Regionale Musei della Toscana, che dal 2014 al 2022 ha
gestito la Pinacoteca senese.
L’importanza del dipinto nella collezione
Il dipinto venne
attribuito fin dal XIX secolo al celebre pittore senese, ma è in epoca
moderna che si è avuta la prima presentazione scientifica del dipinto a
opera di Fiorella Sricchia Santoro nel catalogo della mostra di Siena
del 1990 dedicata all’autore. Dopo questa attribuzione, e a seguito
degli studi sul giovane Beccafumi di Alessandro Angelini, è corretto affermare che il dipinto si pone come un tassello importante nella collezione senese.
Nell’opera, che presenta uno stato di conservazione ottimo, si riscontrano tutte le caratteristiche che segnano il giovane Beccafumi,
quali le sue esperienze maturate tra Siena e Firenze prima del 1510 ed è
per questo estremamente rappresentativa degli esordi della carriera del
grande artista senese, che si rivela già informato sui risultati più
rilevanti della cosiddetta “maniera moderna. In particolare la scena
riflette, nella relazione compositiva e affettiva che si viene a creare
fra le tre figure, i contatti avuti con la pittura di Leonardo e con
quella di Raffaello proprio negli anni trascorsi dal Sanzio a Firenze
(1504-1508). Ed è proprio a questi anni, 1508-1510, che gli ultimi studi
attribuiscono la datazione del dipinto, in un percorso che porterà a
uno stile più definito del pittore, visibile nel Trittico della Trinità,
esposto nella stessa sala.
Il dipinto ha sullo sfondo un delicato
paesaggio che raffigura la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto e che
mostra il temperamento visionario dell’artista: un’anticipazione del
magnifico paesaggio visibile nello sfondo del dipinto Le stimmate di
Santa Caterina da Siena fra i santi Benedetto e Girolamo con il quale si
troverà a dialogare nella stessa sala del museo.
'Sono felice di poter presentare la prima
acquisizione della Pinacoteca Nazionale di Siena come istituto autonomo–
dichiara il direttore Axel Hémery – e in misura particolare perché si
tratta di uno dei suoi artisti identitari, Domenico Beccafumi, di
cui il nostro museo è l'unico a poter dare una visione complessiva.
Rispondiamo a una delle nostre missioni principali: accrescere con delle
acquisizioni mirate ed eccellenti la più grande collezione d'arte
senese al mondo'.
Approfondimento sull’opera
La Madonna col Bambino e San Giovannino è
un quadro corredato da un’abbondante bibliografia. Le prime menzioni
nella letteratura risalgono al 1856 e al 1865 quando Sir Charles Lock
Eastlake e poi Otto Mündler lo videro nella collezione Cisterna a
Torino, già con un’attribuzione al Beccafumi. Giovanni Battista
Cavalcasselle, inoltre, la commentò nella collezione Passerini di
Cortona nel 1866. L’opera è stata comprata dal suo ex-proprietario oggi
scomparso, il Prof. Giorgio Giusti nel 1974 come dipinto di “Scuola
senese del 500.” La sua famiglia, costituita da sei eredi, l’ha proposta
allo Stato italiano che ha accettato.
L’opera è stata avvicinata al tondo della
Madonna col Bambino e San Giovannino di Berlino e alle Eroine Chigi
Saracini raggruppate da Andrea De Marchi nel 1988 sotto il nome di Maestro delle Eroine Chigi Saracini. Dopo l’intervento di Fiorella Sricchia Santoro a favore di un’attribuzione di questo gruppo di opere al Beccafumi, la critica è oggi unanime nel ritenere l’opera come uno dei primi capolavori del maestro senese.
La tavola è stata esposta alla grande mostra monografica del Beccafumi nel 1990 sotto il numero 1 e più recentemente a Montepulciano alla mostra Il Buon Secolo della pittura senese
nel 2017. Datato attorno al 1508, il quadro testimonia dell’interesse
del pittore senese per l’arte fiorentina del suo tempo, da Fra
Bartolomeo a Piero di Cosimo. Ma Beccafumi è particolarmente intento ad
osservare le Madonne di Raffaello senza tralasciare la leonardesca
Madonna dei Fusi, che la posizione del San Giovannino sembra echeggiare.
La Madonna Terranova di Raffaello del 1505 (Berlino) sembra essere stata una delle fonti più importanti per questa composizione.
Nuovi documenti e studi recenti permettono di fare luce sul periodo di
realizzazione del dipinto, intorno al 1508-1510, delineando così il
percorso che ha portato alla realizzazione, nel 1513, del Trittico della
Trinità (inv.384) esposto in questa sala, in cui compare lo stile
compiuto e più caratteristico di Beccafumi.
Oltre l’aspetto sereno e idilliaco della
scena, il temperamento visionario del pittore si evince già dallo
scorcio di paesaggio che anticipa l’invenzione del fondo della Santa Caterina che riceve le stimmate (1514-1515,
Pinacoteca Nazionale di Siena). In questo paesaggio appaiono
delicatamente abbozzate le sagome dei personaggi della Sacra Famiglia
durante la fuga in Egitto.
Il quadro è in uno stato conservativo ottimo
che contrasta con la maggioranza delle tavole del pittore presenti in
Pinacoteca. Una spiegazione possibile sta nel fatto che il giovane
artista rispettasse più i precetti di studio da giovane apprendista che
non da artista indipendente.
La Pinacoteca Nazionale di Siena è il museo di
riferimento per l’opera di Beccafumi. È l’unico luogo dove si può
seguire tutto l’arco della sua produzione dai dipinti ai cartoni. In
questa rassegna mancano solo gli affreschi. Le grandiose pale che
testimoniano le diverse fasi del suo percorso artistico sono presenti
come gli estrosi cataletti dipinti. È possibile inoltre ammirare il suo
genio come disegnatore nella serie dei cartoni Spannocchi per il
pavimento del Duomo di Siena. Non fanno difetto i piccoli quadri
devozionali con la Madonna e il Bambino nella tradizione senese. Mancava
però il quadro che potesse mostrare l’artista agli albori di una
carriera singolare, da confrontare alle opere del Sodoma, del Pacchia, del Pacchiarotti o del Genga conservate in Pinacoteca.
La lunga storia attributiva del quadro e il
fatto che sia sempre stato apprezzato dagli storici dell’arte rendono il
suo ingresso in una collezione pubblica un fatto naturale.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2023-02-24 13:11:39 / Ultimo aggiornamento 2023-02-24 13:12:04