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LA STATUA DELLA DEA MADRE TORNA IN IRAQ
Testo del comunicato
Franceschini, giornata significativa, rafforzata collaborazione culturale
Si è svolta oggi a Roma presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, alla presenza del Ministro Dario Franceschini, del Generale Roberto Riccardi, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), la cerimonia di restituzione di una scultura raffigurante la “Dea Madre” di origine mesopotamica, risalente a circa 4.500 a.C. all’Ambasciatrice irachena in Italia, Safia Taleb Al- Souhail.
“E’ una giornata significativa che rafforza la storica collaborazione tra l’Italia e l’Iraq in materia di tutela e protezione del patrimonio culturale e che avremo modo ulteriormente di intensificare con la firma del Memorandum sulla cooperazione culturale e sul contrasto al traffico illecito dei beni culturali a cui stiamo lavorando e che vogliamo allargare ai settori della contemporaneità e allo scambio tra artisti e nuove generazioni di studiosi. L’Italia e l’Iraq hanno un grande passato comune e un grande futuro”. Così ha dichiarato il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.
L’Ambasciatrice della Repubblica dell’Iraq Safia Taleb Al- Souhail, ha manifestato il suo profondo riconoscimento allo Stato italiano e a tutte le Istituzioni – Ministero degli Esteri, Ministero per i beni e le Attività Culturali e per il Turismo e il Comando TPC Carabinieri - che hanno un ruolo attivo e straordinario nel rintracciare e recuperare i reperti archeologici iracheni esportati illegalmente, tra cui la “dea Madre”. L’Ambasciatrice ha espresso gratitudine al Ministro Franceschini per aver promosso e ospitato la cerimonia di consegna presso la sede del Ministero e ha elogiato il distinto ruolo e l’impegno che esercita l’Italia nel campo della diplomazia culturale per la tutela del patrimonio mondiale.
Durante l’incontro con l’ambasciatrice Safia Taleb Al- Souhail avvenuto prima della cerimonia, il Ministro Franceschini ha ribadito che il recupero e la restituzione di questo antico manufatto è “un’altra importante prova di collaborazione e dell’eccellente lavoro svolto dal Comando carabinieri TPC di cui dobbiamo essere orgogliosi.”
Roma, 23 luglio 2020
Ufficio Stampa Mibact
SCHEDA
Il raro e prezioso manufatto, di piccole dimensioni (cm 9x3), era stato individuato dai Carabinieri nel corso del quotidiano monitoraggio del web, su una piattaforma commerciale on-line. La statuetta veniva descritta nell’inserzione come “rarissima”, “da museo”, di origine mediorientale, risalente a 7.000 anni fa, e venduta a 3.000 euro. A una prima valutazione effettuata dai militari ne appariva evidente il particolare pregio anche perché l’effige era del tutto simile ad altre rappresentazioni simili della “Dea Madre” di provenienza mesopotamica. I preliminari accertamenti, esperiti anche attraverso la consultazione dei bollettini ICOM (International Council of Museums), consentivano ai Carabinieri del TPC di Udine di richiedere l’emissione di un decreto di perquisizione e sequestro del bene culturale alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine, che concordava con le risultanze prodotte. Eseguito il sequestro, la figurina di terracotta veniva sottoposta a valutazione tecnica de visu al Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Udine, che certificava la provenienza mesopotamica del bene come ascrivibile alla cultura Halaf, risalente al periodo ricompreso tra il 5.900 e il 5.100 a. C., dunque esportato illecitamente dal medio-oriente. L’illecito detentore veniva pertanto deferito in stato di libertà per impossessamento illecito di beni culturali (art. 176 d. lgs 42/2004), ricettazione (art. 648 C.P.) e contrabbando (art. 292 dpr 43/1973).
In seguito le competenti autorità irachene, informate del recupero dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, riconoscevano il manufatto come appartenente al proprio patrimonio culturale nazionale, rivendicandone la proprietà e invocandone la restituzione.
Ottenuti adeguati elementi sulla provenienza e considerate le vigenti normative internazionali che sanciscono il divieto di importazione e commercio di beni culturali appartenenti al patrimonio iracheno illegalmente fuoriusciti da quel Paese, di recente l’Autorità Giudiziaria udinese ha disposto il dissequestro e la restituzione della statuetta all’avente diritto, che si identifica nella Repubblica dell’Iraq, a cui è affidata per il tramite dell’Ambasciata irachena di Roma.
Il recupero, oltre a consentire di rendere un oggetto di pregio al suo legittimo proprietario, il popolo offrirà la possibilità agli studiosi di ricostruirne l’esatta contestualizzazione nel suo iracheno, ambito storico e geografico. La vicenda costituisce ulteriore prova della straordinaria collaborazione consolidatasi nel corso degli anni tra l’Italia e l’Iraq in materia.
I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale operano in quel Paese fin dal luglio 2003 nel quadro delle missioni internazionali e hanno contribuito alla catalogazione dei beni sottratti al Museo Nazionale di Bagdad (inserendo nella propria Banca dati quelli sottratti al fine di consentirne il rintraccio), alle attività di prevenzione e repressione dei delitti di settore e all’assistenza e formazione di personale specializzato in seno alle Forze di polizia locali.