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IL POPOLO DEI VESTINI E LA CITTA' ROMANA DI PENNE NEL VOLUME PRESENTATO A ROMA PRESSO L'ISTITUTO DI STUDI GERMANICI
Testo del comunicato
PINNA VESTINORUM è il titolo dell’opera in due volumi sulla storia di Penne edita dall’Erma di Bretshneider che verrà presentata il 19 gennaio alle 17,30 presso l’Istituto di Studi Germanici di Roma, voluto e finanziato dal Professor Lucio Marcotullio. Franca Luisa Dell’Orto, Adriano La Regina e Marco Bonocore sono i curatori della pubblicazione di oltre 600 pagine che nel primo volume,dedicato al popolo dei Vestini tramontani e cismontani, raccoglie ed esamina le testimonianze archeologiche fino alle più recenti tra la tarda età del Bronzo e l’età ellenistica relative all’area occupata dal popolo dei Vestini all’interno della più vasta compagine che definisce se stessa con l’etnico safinús, tracciando le linee di una civiltà aperta alle influenze del’area balcanico-danubiana e dell’Europa centro-orientale e, attraverso di esse o direttamente lungo le rotte adriatiche, in contatto con la Grecia. Il secondo volume è sulla città romana, ed è interamente dedicato alle campagne di scavo archeologico condotte su Penne fino alle recentissime scoperte di settembre 2010, sotto la direzione del dottor Andrea Staffa,archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo. Dai capitoli della Professoressa Luisa Franchi dell’Orto,”Il Guerriero di Capestrano e la statuaria medio-adriatica”, e del professor Adriano La Regina,”Il Guerriero di Capestrano e le iscrizioni paleo sabelliche”, si evince la tesi che i Vestini hanno occupato un’area estesa che si estendeva dalle porte di Roma fino all’attuale Molise e nord fino ai confini con le Marche nel periodo arcaico,ovvero tra il VII-VIII secolo a.C. e il V secolo con un ruolo determinante fino alla fondazione di Roma: non è un caso che il primo re di Roma è “Safino” e regna con Romolo. Quindi nel volume viene ribaltata la tesi dell’influenza etrusca sulle popolazioni italiche che abitavano questa grande area del centro Italia e viene sostenuta e dimostrata la influenza di culture dell’area danubiana dell’Europa e che lo stesso Guerriero di Capestrano faccia capo a produzione “corinzia periferica”,grazie agli scambi con l’altra sponda dell’Adriatico(Grecia).
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:16 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:16