Iscriviti alla newsletter
Dibattito sul tema "Beni culturali: risorsa per l’Italia". Bondi smonta il mito del primato della sinistra
Testo del comunicato
Ha difeso le linee guida della propria azione ministeriale e ha attaccato la sinistra “faziosa, violenta, priva di identità culturale e di buon senso”. Intervenuto al Circolo del Buongoverno di Marcello Dell’Utri, martedì il ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi ha criticato l’atteggiamento dell’opposizione, in particolare di quegli “intellettuali che si ergono a protettori della cultura”. Il ministro ne ha parlato al dibattito “Beni culturali: risorsa per l’Italia. Le politiche culturali e il centrodestra. Come nasce la sudditanza della cultura moderata e come superarla”. Moderati da Benedetto Marcucci, si sono confrontati sul tema, oltre a Bondi, l’assessore alle Politiche culturali e comunicazione del Comune di Roma Umberto Croppi e il direttore del Domenicale Angelo Crespi. “La crisi che sta attraversando la sinistra non è politica ma di identità culturale. Un partito forte per essere tale deve avere radici culturali salde: il nascente Pdl dovrà tenerlo a mente”, ha esordito Bondi che ha aggiunto: “Sui giornali in questi giorni ho letto titoli quali ‘Disastro Bondi’ e Scalfari ha dichiarato che faccio scempio dei beni culturali. Significa che prima dell’avvento del centrodestra andava tutto a gonfie vele – ha ironizzato il ministro -. Già questa mentalità faziosa e violenta di porre le questioni è indice della crisi della sinistra, perché una forza politica forte non persegue la strada della demonizzazione dell’avversario né lo mette alla berlina. La presupposta superiorità morale della sinistra non esiste più perché questa non ha più contatto con la realtà circostante e si crogiola nella sua altezzosità”.
Bondi ha poi proseguito: “Gli intellettuali di sinistra si ergono a protettori della cultura e dell’ambiente, ma alla fine ad evitare lo scempio del parcheggio del Pincio è stato il centrodestra. Fossimo stati noi a proporre quello sventramento la sinistra avrebbe detto che a Roma erano tornati i lanzichenecchi. Lo stesso è successo a Firenze con la vicenda della tramvia. Per non parlare del disumano sviluppo urbanistico avvenuto alla periferia di Roma. Bisogna svelare e denunciare la disonestà della sinistra e far presente che i veri rivoluzionari siedono nel centrodestra”. Riguardo la tutela del patrimonio storico-artistico del nostro paese, Bondi ha ribadito che deve restare nelle mani dello Stato, come recita la Costituzione, e non può essere delegata agli enti locali. “Differente è invece la valorizzazione di questo patrimonio – ha evidenziato il ministro -, che deve essere gestita in collaborazione tra Stato e privati e Stato ed enti locali. Fino a oggi l’Italia ha curato benissimo la tutela dei beni culturali, siamo tra i più bravi al mondo grazie agli ottimi funzionari del Mibac e alle capacità scientifiche dei sovrintendenti. Però siamo ultimi nella valorizzazione: tra i 20 musei del mondo più visitati non ce ne è nessuno italiano. E questo comporta delle ricadute sul turismo dove stiamo perdendo posizioni nella classifica dei paesi più attrattivi. La valorizzazione non spetta ai sovrintendenti ma ai manager della cultura. Per questa ragione ho pensato di creare all’interno del ministero la Direzione generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale affidandone la guida a Mario Resca. Come al solito, anche questa proposta è stata presa dalla sinistra come una bestemmia”.
Sul tema delle risorse a disposizione dei beni culturali, l’opposizione sostiene che sono scarse. “È vero –ha spiegato Bondi -, come pure è vero però che molte volte sono spese in maniera sbagliata. E allora il sottoscritto – ha incalzato il ministro – prima di chiedere ulteriori risorse al collega Tremonti preferisce spendere meglio quelle che ha a disposizione. In passato il Mibac è stato percepito dalla gente come il ministero dei vincoli e dei divieti. Dal momento che un vero uomo di cultura deve far coincidere le sue ragioni con lo sviluppo del paese, la mia azione ministeriale sarà incentrata a non frenare lo sviluppo dell’Italia”. Fino a oggi i Beni culturali hanno elemosinato l’aiuto dei privati. “Vorrei invece che la situazione si capovolgesse e il Mibac diventasse lo sponsor delle imprese – ha dichiarato Bondi -. Possiamo aiutare le imprese italiane all’estero e fare della cultura uno strumento formidabile per migliorare le relazioni internazionali dell’Italia e la nostra immagine nel mondo. Tutte queste proposte mi sembrano sensate, eppure creano orrore nella sinistra. Il problema è che la sinistra ha perso pure il buon senso ed è un problema anche per il Pdl non avere un interlocutore serio con cui confrontarci”.
L’assessore Croppi ha invece evidenziato come “la Giunta capitolina abbia previsto per questo anno un aumento delle spese dirette per la cultura dello 0,92 per cento rispetto al bilancio dello scorso anno e addirittura dell’8,45 per cento in più rispetto a quello del 2007 quando a governare era il centrosinistra. Abbiamo ereditato una situazione nella quale si riteneva che gli sponsor dovessero solamente svolgere la funzione di bancomat della pubblica amministrazione. Noi invece li consideriamo dei partner, vogliamo renderli direttamente partecipi nella gestione e nella programmazione culturale. E infatti abbiamo trovato una enorme disponibilità da parte dei privati nell’investire nella cultura”. Croppi ha quindi spiegato di aver bloccato gli investimenti nelle nuove opere preferendo mettere a regime quelle già esistenti. “Faremo un’unica eccezione – ha dichiarato -: a via dei Cerchi realizzeremo un grande e affascinante Centro di lettura della città, una sorta di ‘cuore’ informativo dell’intero territorio capitolino per agevolare i turisti nella visita culturale di Roma”.
Croppi ha sottolineato come con il ministro Bondi si sia instaurata una “collaborazione assoluta per intervenire sul patrimonio culturale, mettendo fine a quel conflitto di competenze tra Mibac e Comune di Roma che ha caratterizzato il rapporto tra le passate giunte capitoline e i precedenti responsabili del ministero dei Beni culturali Walter Veltroni e Francesco Rutelli”. L’assessore ha infine rilevato come priorità il riordino e la razionalizzazione di quel “settore confuso e complesso del quale fanno parte una miriade di biblioteche, aziende speciali, fondazioni e tutto il sistema delle Case del Cinema, del Jazz, dell’Architettura, della Memoria, della Letteratura, dei Teatri”. Allo stesso modo, nell’ambito della programmazione culturale futura, “sarà rivisto il bando dell’Estate Romana – ha annunciato Croppi - destutturalizzando quello lasciatoci in vigore dalla Giunta precedente”.
Nel corso del suo intervento, Crespi ha invece rimarcato come “la vera cultura non abbia colore politico”. La sudditanza di cui ha sofferto per anni il centrodestra, circa il predominio della sinistra nell’ambito culturale, “non ha più ragione di esistere”, ha dichiarato il direttore del Domenicale perché “non c’è più quella egemonia e forse non esiste più nemmeno la stessa sinistra che sta attraversando una grande crisi politica e di idee, come dimostra la probabile chiusura dell’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci”. L’unico potere forte ancora esistente è la burocrazia dello Stato, legata a posizioni di potere. “Ma di certo –ha spiegato Crespi - è impensabile che oggi possa riproporsi un Togliatti che tolga Vittorini dal Politecnico, un predominio cioè così netto della politica sulla cultura. Quel poco di egemonia ancora in piedi sopravvive grazie al sostentamento pubblico della cultura”. Però è difficile chiudere il rubinetto de finanziamenti statali alla cultura, “sistema altamente improduttivo e ingiusto come testimonia la crisi delle fondazioni lirico-sinfoniche che hanno accumulato 300 milioni di euro di debiti nonostante metà del Fus sia loro destinato”. Per non parlare della situazione dei musei, “altro settore –ha evidenziato Crespi - nel quale si ha a che fare con personaggi che si oppongono in modo reazionario a quel nuovo modo di concepire la cultura portato avanti dal ministro Bondi”.
(Fonte dati: IL VELINO CULTURA)