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Cividale del Friuli: gli scavi archeologici a ridosso del Castello Canussio riportano alla luce l'antemurale romano
Testo del comunicato
I lavori di scavo archeologici a ridosso del Castello Canussio, a Cividale del Friuli, appena iniziati, hanno consentito di verificare l’esistenza dell’antemurale di età romana, ovvero del muro di cinta più esterno della città che, in questa zona, era dotata di una doppia cerchia di mura difensive.
L’intervento, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, nell’ambito dell’Accordo di valorizzazione del patrimonio storico cividalese, e condotto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia del FVG, è funzionale alla comprensione dell’andamento delle mura urbane, parte delle quali è stata valorizzata e lasciata a vista nell’area archeologica ricavata all’interno dello stesso Castello Canussio dopo gli scavi del 1991-1992.
Lo scavo rappresenta, inoltre, una significativa opportunità, storica e scientifica, per documentare la frequentazione degli spazi a ridosso delle cinta muraria, sia nel periodo del suo utilizzo, che nella successiva fase di età longobarda, quando l’area prossima alla cinta fu destinata a sepolcreto.
Dal terreno, infatti, è affiorata anche una tomba con resti ossei, riferibile al periodo altomedievale. “La fossa, dichiara la dott.ssa Angela Borzacconi, funzionario Archeologo, che dirige per la Soprintendenza lo scavo, rispecchia la fruizione a fini funerari degli spazi antichi defunzionalizzati, come quello, appunto, delle mura. Occorre però precisare che non c’è alcuna attinenza tra questa fossa e la vicina Necropoli della Ferrovia, portata alla luce nel 2012”.
L’intervento, finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, nell’ambito dell’Accordo di valorizzazione del patrimonio storico cividalese, e condotto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia del FVG, è funzionale alla comprensione dell’andamento delle mura urbane, parte delle quali è stata valorizzata e lasciata a vista nell’area archeologica ricavata all’interno dello stesso Castello Canussio dopo gli scavi del 1991-1992.
Lo scavo rappresenta, inoltre, una significativa opportunità, storica e scientifica, per documentare la frequentazione degli spazi a ridosso delle cinta muraria, sia nel periodo del suo utilizzo, che nella successiva fase di età longobarda, quando l’area prossima alla cinta fu destinata a sepolcreto.
Dal terreno, infatti, è affiorata anche una tomba con resti ossei, riferibile al periodo altomedievale. “La fossa, dichiara la dott.ssa Angela Borzacconi, funzionario Archeologo, che dirige per la Soprintendenza lo scavo, rispecchia la fruizione a fini funerari degli spazi antichi defunzionalizzati, come quello, appunto, delle mura. Occorre però precisare che non c’è alcuna attinenza tra questa fossa e la vicina Necropoli della Ferrovia, portata alla luce nel 2012”.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:46 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:46