Allo studio un “decalogo” per gli sponsor sui monumenti

Una circolare per chiarire le modalità con cui effettuare le sponsorizzazioni sulle facciate di musei e monumenti storici. È il punto sul quale è al lavoro il segretariato generale del ministero dei Beni culturali, incaricato dal ministro Sandro Bondi di determinare con un documento interno la regolamentazione delle pubblicità. Obiettivo, evitare le gigantesche pubblicità “monstre” che campeggiano sulle facciate dei palazzi storici in ristrutturazione nelle città d’arte italiane. Una decisione, quella di investire l’organo cui spetta il coordinamento degli uffici, presa dopo l’appello del comitato di salvaguardia britannico “Venice in Peril Fund”, che ha chiesto di fermare i maxisponsor. Attualmente a stabilire le forme delle pubblicità provvedono già i tre commi del’articolo 49 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (“Manifesti e cartelli pubblicitari”), che sostanzialmente lasciano alla Soprintendenza la responsabilità di autorizzare il collocamento o l'affissione, ma solo “quando non ne derivi danno all'aspetto, al decoro e alla pubblica fruizione” e “per un periodo non superiore alla durata dei lavori”. La circolare del segretario generale, Roberto Cecchi, potrebbe tuttavia fissare paletti più precisi. Una sorta di “decalogo” per evitare nuovi episodi come il restauro di Palazzo Ducale e il Ponte dei Sospiri a Venezia. In questo senso, viene fatto notare al VELINO dal Collegio romano, una soluzione potrebbe essere quella già adottata per il restauro del Colosseo, anch’essa messa a punto dal segretario generale per evitare l’effetto “monstre” sugli edifici storici: lasciare agli sponsor solo un’area limitata del cantiere, con la previsione di dare vita, in alternativa alle affissioni vere e proprie, a una serie di iniziative parallele che pubblicizzino la sponsorizzazione senza ricorrere a poster e teloni.

fonte dati: IL VELINO