Palazzo Reale di Napoli
Apertura
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
Informazioni apertura
InfoCoopCulture 848800288 / +390639967050 da mobile ed estero, attivi dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00.
Durante le giornate gratuite non si effettuano prenotazioni nè per singoli nè per gruppi; diversamente, per le aperture serali, si richiede la prenotazione per i soli gruppi.
✔️ 𝗠𝗨𝗦𝗘𝗢
Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00, con ultimo ingresso alle 19.00.
Chiuso il mercoledì.
Biglietti: intero 10,00 € - ridotto (18-24 anni) 2,00 € - gratuito (under 18)
Il biglietto di accesso è acquistabile on line sul sito di CoopCulture https://www.coopculture.it/it/poi/palazzo-reale-di-napoli/per evitare assembramenti alla cassa (senza costi aggiuntivi di prevendita), ma sarà comunque possibile acquistare il titolo d'ingresso anche in sede presso il punto biglietteria.
E' vietato introdurre animali nel museo, a eccezione dei cani da assistenza per persone con disabilità.
✔️ '𝗚𝗔𝗟𝗟𝗘𝗥𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗧𝗘𝗠𝗣𝗢’ 𝗣𝗘𝗥𝗖𝗢𝗥𝗦𝗢 𝗠𝗨𝗟𝗧𝗜𝗠𝗘𝗗𝗜𝗔𝗟𝗘 𝗡𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗔 𝗗𝗜 𝗡𝗔𝗣𝗢𝗟𝗜
𝗦𝗰𝘂𝗱𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗕𝗼𝗿𝗯𝗼𝗻𝗶𝗰𝗵𝗲
La Galleria del Tempo è aperta tutti i giorni (tranne il mercoledì) dalle ore 14,30 alle ore 19,00, con ultimo ingresso alle ore 18,00.
La mostra permanente è allestita nei suggestivi spazi delle Scuderie Borboniche e conduce il visitatore in un viaggio nella storia della città di Napoli attraverso i secoli, a partire dall’età greco-romana fino all’inserimento del suo centro storico nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. Tra le opere originali, gli straordinari reperti archeologici provenienti dagli scavi dei cantieri della metropolitana.
Accesso compreso nel biglietto d'ingresso del museo.
Durante le aperture straordinarie serali la Galleria del Tempo è chiusa al pubblico.
✔️ 𝗚𝗜𝗔𝗥𝗗𝗜𝗡𝗢 𝗥𝗢𝗠𝗔𝗡𝗧𝗜𝗖𝗢
Il Giardino Romantico è visitabile tutti i giorni, con ingresso libero e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anti-covid, dalle ore 9.00 fino alle:
- 16.30 da novembre a gennaio
- 17.30 febbraio
- 18.00 marzo e ottobre
- 19.00 aprile e settembre
- 20.00 da maggio ad agosto
In caso di condizioni meteorologiche avverse e conseguente rischio per il pubblico, potrà essere disposta la chiusura al pubblico dei cortili e del giardino.
È vietato introdurre nei Cortili e nel Giardino cani e animali in genere anche se al guinzaglio, a eccezione dei cani da assistenza per persone disabili.
Durante le aperture straordinarie serali il Giardino Romantico è chiuso al pubblico.
✔️ 𝗚𝗜𝗔𝗥𝗗𝗜𝗡𝗢 𝗣𝗘𝗡𝗦𝗜𝗟𝗘 - 𝗩𝗜𝗦𝗜𝗧𝗔 𝗚𝗨𝗜𝗗𝗔𝗧𝗔
Visita guidata 'Il giardino sul golfo'- 𝘝𝘪𝘴𝘪𝘵𝘢 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢𝘵𝘢, 𝘢 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘊𝘰𝘰𝘱𝘊𝘶𝘭𝘵𝘶𝘳𝘦.
sabato ore 11.00, 12.00, 15.30 e 16.15;
domenica e festivi infrasettimanali ore 11.00, 11.45 e 12.30;
Durata 40 minuti | Costo € 5,00 a persona, più biglietto del museo (accesso gratuito fino ai 6 anni)
dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 11.00 solo per gruppi scolastici o di adulti su prenotazione
Durata 1 h e 15'' / costo 90,00 euro per gruppi scuola e 130,00 per gruppi adulti
Prenotazione consigliata sul sito https://www.coopculture.it/it/prodotti/il-giardino-sul-golfo/
Affollamento massimo di 25 persone compresi i minori
Durante le giornate gratuite e le aperture straordinarie serali non si effettueranno visite al Giardino Pensile.
✔️ 𝗚𝗜𝗔𝗥𝗗𝗜𝗡𝗢 𝗣𝗘𝗡𝗦𝗜𝗟𝗘 - 𝗩𝗜𝗦𝗜𝗧𝗘 𝗦𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗚𝗨𝗜𝗗𝗔 𝗢 𝗣𝗘𝗥 𝗚𝗥𝗨𝗣𝗣𝗜 𝗖𝗢𝗡 𝗚𝗨𝗜𝗗𝗔 𝗧𝗨𝗥𝗜𝗦𝗧𝗜𝗖𝗔
lunedì, martedì, giovedì e venerdì ore 11.00, 12.00, 13.00 e 15.15;
sabato ore 13.00 e 14.30;
domenica ore 15.15.
Costo € 2,00 a persona, più biglietto del museo (gratuità secondo normativa)
Prenotazione consigliata sul sito https://www.coopculture.it/it/prodotti/ingresso-accompagnato-ai-giardini-pensili-del-palazzo-reale-di-napoli/
Affollamento massimo di 25 persone compresi i minori
Durante le giornate gratuite e le aperture straordinarie serali non si effettueranno visite al Giardino Pensile.
✔️ ANDRONE DELLE CARROZZE
Aperto gratuitamente tutti i giorni della settimana dalle ore 9,00 alle ore 19,00
✔️MUSEO CARUSO
Il 19 luglio 2023, nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita di Enrico Caruso, il Palazzo Reale di Napoli ha inaugurato il primo museo nazionale dedicato al celebre tenore. Il grande spazio della Sala Dorica accoglie non una semplice esposizione di cimeli ma una vera e propria stanza delle meraviglie, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che coinvolge i bambini come gli appassionati, gli addetti ai lavori e i visitatori da tutto il mondo.
L’ingresso è compreso nel biglietto del Palazzo Reale di Napoli. Costo biglietti: intero 10 euro; ridotto (18-25 anni) 2 euro; gratuità secondo legge
Orario: 09.00-14.00 (ultimo ingresso 13.00)
Aperto tutti i giorni tranne il mercoledì.
Nelle giornate di gratuità (comprese le domeniche gratuite) il Museo Caruso è visitabile esclusivamente su prenotazione fino ad esaurimento posti al seguente link: https://www.coopculture.it/it/eventi/evento/museo-caruso/, oppure direttamente in biglietteria (in caso di disponibilità residua). Le fasce orarie di visita sono le seguenti: dalle 9 alle 10; dalle 10 alle 11; dalle 11 alle 12; dalle 12 alle 13; dalle 13 alle 14; la capienza massima è di 30 persone all'ora.
✔️ SALE BELVEDERE
Dal 16 marzo al 2 luglio 2024 il Palazzo Reale di Napoli ospita la mostra “Tolkien. Uomo, Professore, Autore” ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, la curatela di Oronzo Cilli e l’organizzazione di Alessandro Nicosia. A settant’anni dalla pubblicazione del Il signore degli Anelli e dopo la prima tappa a Roma, che coincideva con i 50 anni dalla scomparsa dell’autore, arriva a Napoli la grande esposizione dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta. Un’immersione nell’universo da lui creato che si realizza mediante un articolato percorso espositivo tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. Uomo del suo tempo, romanziere, linguista e filologo, il Professore di Oxford viene raccontato nella sua complessità artistica e umana. La mostra sarà aperta al pubblico dalle ore 15.00 del 16 marzo e rispetterà i seguenti orari: Ore 9.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.00). Mercoledì chiusura settimanale Biglietto mostra Tolkien e Museo (10,00 euro intero; 2,00 euro ridotto. Gratuità secondo legge); biglietto solo per la mostra Tolkien (8,00 intero; 2,00 euro ridotto. Gratuità secondo legge), disponibile al seguente link:https://www.coopculture.it/it/eventi/evento/tolkien.-uomo-professore-autore/ . Accesso gratuito durante l’iniziativa #domenicalmuseo, ogni prima domenica del mese.
✔️ DOMENICHE GRATUITE
Da domenica 3 aprile 2022, presso i luoghi della cultura statali, riprendono le domeniche gratuite.
Al fine di consentire un ordinato svolgimento delle visite e di garantire la sicurezza della salute dei visitatori e del proprio personale, in conformità con la circolare della DG Musei n. 27 del 25 marzo 2022, il Palazzo Reale di Napoli dispone le seguenti misure di sicurezza:
- All’interno dell’Appartamento di Etichetta è consentito l’accesso ad un numero massimo di 200 visitatori ogni 20 minuti
- All’interno delle Scuderie (Galleria del Tempo) è consentito l’accesso in contemporanea ad un numero massimo di 200 visitatori
- Nelle domeniche gratuite le visite al giardino pensile sono sospese
- Nelle domeniche gratuite non è consentito effettuare prenotazioni
- Nelle giornate di gratuità (comprese le domeniche gratuite) il Museo Caruso è visitabile esclusivamente su prenotazione fino ad esaurimento posti al seguente link: https://www.coopculture.it/it/eventi/evento/museo-caruso/, oppure direttamente in biglietteria (in caso di disponibilità residua). Le fasce orarie di visita sono le seguenti: dalle 9 alle 10; dalle 10 alle 11; dalle 11 alle 12; dalle 12 alle 13; dalle 13 alle 14; la capienza massima è di 30 persone all'ora.
⚠️ 𝗗𝗮𝗹 𝟭 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟮, 𝗽𝗲𝗿 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗢𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟴 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟮, 𝗽𝗲𝗿 𝗹'𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗹 𝗺𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗹'𝗼𝗯𝗯𝗹𝗶𝗴𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝘂𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘃𝗶𝗲 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗲, 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮𝘃𝗶𝗮 𝘀𝗶 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮 𝘃𝗶𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹𝗹'𝘂𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗮𝘀𝗰𝗵𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮 𝗱𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝘁𝗮 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶 𝗺𝘂𝘀𝗲𝗮𝗹𝗶 𝗮𝗹 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝗼.
Per prenotare:
- Website
- https://www.coopculture.it/
Biglietteria
Informazioni biglietteria
InfoAl momento non è disponibile il deposito bagagli.
Disponibili audioguide, con costo aggiuntivo sul prezzo del biglietto.
Le viste guidate al Giardino Pensile si effettuano previa prenotazione obbligatoria, sul sito https://www.coopculture.it/it/poi/palazzo-reale-di-napoli/. Ai visitatori che non hanno prenotato on line sarà garantita la partecipazione alle visite ai Giardini pensili solo previa verifica in biglietteria dei posti disponibili e fino ad esaurimento degli stessi.
Descrizione
Il Palazzo Reale di Napoli fu fondato come palazzo del re di Spagna Filippo III d’Asburgo nell’anno 1600, per iniziativa del viceré Fernando Ruiz de Castro conte di Lemos e della viceregina Catarina Zuñiga y Sandoval. La sua collocazione urbanistica accanto al Palazzo Vicereale Vecchio, poi demolito, e ai giardini di Castel Nuovo continua la tradizionale posizione della residenza reale a Napoli al margine meridionale della città antica, con la facciata rivolta però verso ovest, dove si apre il grande spiazzo del Largo di Palazzo.
L’architetto Domenico Fontana progettò una residenza civile di forme tardo rinascimentali con colonne e ornamenti classici in facciata, cortile centrale quadrato con portico a pian terreno e al primo piano loggia interna sui quattro lati. Quando Napoli nel 1734 divenne capitale di un regno autonomo con Carlo III di Borbone, il Palazzo fu ampliato sul versante del mare, con l’Appartamento del Maggiordomo Maggiore, poi verso il Vesuvio con l’Appartamento per i Reali Principi. Vennero perciò a formarsi altri due cortili, oltre a quello d’onore. Gli interni furono allestiti nel gusto tardo barocco con marmi preziosi e affreschi celebrativi, tra i quali le opere di Francesco De Mura e Domenico Antonio Vaccaro. Le ultime trasformazioni avvennero al tempo di Ferdinando Il Borbone, tra il 1838 e il 1858: dopo un incendio sviluppatosi nelle stanze della Regina Madre, l’architetto Gaetano Genovese fu incaricato di un restauro generale nel gusto neoclassico. Sede dei Principi di Piemonte dopo l’Unità d’Italia, fu ceduto al Demanio dello Stato da Vittorio Emanuele III di Savoia nel 1919 e destinato in gran parte a Biblioteca Nazionale, mentre l’ala più antica sul Cortile d’Onore, ricca di testimonianze storico-artistiche dal Seicento all’Ottocento, fu adibita a Museo dell'Appartamento di Etichetta.
APPARTAMENTO DI ETICHETTA
La scenografia dell’“ingresso a corte” è rappresentata dallo Scalone d’Onore, cui si accede dal Cortile d’Onore del Palazzo, realizzato da Francesco Antonio Picchiatti (1651-66) e poi modificato e decorato da Gaetano Genovese (1838-58). La zona inferiore è decorata con trofei militari e bassorilievi allegorici mentre sulla ricca balaustra di marmo traforato poggiano due lampioni ottocenteschi in ghisa lavorati nella Real Fabbrica di Pietrarsa; al centro, lo stemma dei Savoia. Lo Scalone immette in un luminoso ambulacro, in origine una loggia aperta, ora protetto da vetrate ottocentesche, su cui affacciano stanze e retrostanze dell'Appartamento di Etichetta nonché il Teatro di Corte e la Cappella Reale. Il “Grande Appartamento di Etichetta” voluto da Ferdinando II di Borbone si presenta nella forma museografica di “Appartamento Storico”; al suo interno sono visitabili la maggior parte delle sale più antiche nelle quali si volgevano le funzioni istituzionali e di rappresentanza, splendidamente decorate ed adorne di pitture, statue, arazzi e mobili d'epoca mentre non ci sono giunte le stanze e gli arredi di uso quotidiano (camere da letto, bagni, cucine). L’allestimento corrisponde per lo più alla sistemazione della Reggia in età sabauda, sebbene la parte seicentesca rivesta ancora un ruolo rilevante nella decorazione dei soffitti con affreschi di soggetto storico volti ad esaltare la gloria degli Spagnoli vincitori ed anche le testimonianze artistiche del XVIII e XIX secolo provvedono a documentare l’illustre ruolo della Reggia. Il percorso si snoda, a partire dalla Prima Anticamera, attraverso numerose sale e retrostanze – si segnalano la Sala di Maria Cristina, che immette negli appartamenti abitati fino al 1837; lo Studio di Murat, riccamente arredato con mobili di Weisweiler fino al Salone d’Ercole, sede di balli e ricevimenti, costruito a metà del Seicento ed oggi caratterizzato dagli arazzi della serie di Amore e Psiche della Real Fabbrica di Napoli tessuti da Pietro Duranti sui cartoni di Fedele e Alessandro Fischetti tra il 1783 e il 1789.
Nel Salone è esposto il grande orologio bronzeo con Atlante che regge il globo, di manifattura francese del XVIII secolo. Dall’ambulacro si accede al Teatro di Corte, l’antica "Sala Regia" seicentesca destinata alle festa e agli spettacoli con apparati mobili, allestita nella forma attuale da Ferdinando Fuga nel 1768. Sul lato orientale della loggia si apre la Cappella Reale, costruita a partire dal 1646 su disegno di Cosimo Fanzago e dedicata all'Assunta, poi risistemata tra il 1808-15 da Antonio De Simone e poi da Gaetano Genovese e infine pesantemente rimaneggiata nel secondo dopoguerra; all’interno, l’altare maggiore, proveniente dalla chiesa di Santa Teresa agli Studi, opera di Dionisio Lazzari di gran fasto con pietre dure, agate, lapislazzuli, onici, diaspri ed ametiste; sul soffitto l’Assunta di Domenico Morelli.
GIARDINO PENSILE
A conclusione del lungo e complesso restauro, alla fine del 2019, è stato riaperto il Giardino Pensile del Palazzo Reale, realizzato come ‘Giardino del Belvedere’, presumibilmente verso la metà del XVII sec., con l’ampliamento di un primo terrazzo che circondava il nuovo corpo di fabbrica, creato nel 1671 per ospitare le stanze della Viceregina Ana Fernandez de Cordoba. Il progetto settecentesco si inserisce nella fase d’ampliamento e abbellimento del Palazzo promossa da Carlo di Borbone, giunto a Napoli nel 1734: si sviluppava nel senso di un grande terrazzo con balaustra ritmata da busti e da grandi vasi per fiori, una pavimentazione semplice e aiuole rettangolari , al centro, un giardino ellittico con fontana.
Nel primo decennio dell’Ottocento è testimoniato un allestimento più ricco delle aiuole e l’attuale assetto è quello voluto da Gaetano Genovese che, tra il 1836 e il 1842, modifica definitivamente l’aspetto del terrazzo, con la costruzione di un braccio nuovo e un ponticello in ghisa di collegamento con il Palazzo. Il Giardino Pensile si compone di singole aiuole rettangolari poste su due file separate da un viale coperto da un pergolato metallico. Il centro è definito da una spazialità ellittica, un tondo delimitato da quattro panche curve in marmo di Carrara sostenute da terminazioni a piedi leonini di fattura neoclassica, disposte secondo quattro direzioni ortogonali. Un pregevole tavolo neoclassico, in marmo bianco di Carrara, definisce il centro di questo spazio vuoto con un piano d’appoggio che ha anche funzione di fioriera per ospitare vasi. Il disegno della pavimentazione centrale, in marmo di Carrara e Bardiglio Imperiale ad elementi alterni, richiama l’effetto classico del tavolo e funge da fulcro visivo non solo del Giardino ma dell’intera facciata meridionale. Il restauro è stato realizzato nell'ambito del progetto "Napoli, Palazzo Reale Restauro, adeguamento funzionale ed impiantistico e miglioramento degli standard di sicurezza e di fruizione, allestimento museale, potenziamento dei servizi di accoglienza e di orientamento alla visita della città e del territorio" PON FERS 2014 – 2020 - Asse 1, stazione appaltante Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Campania, sviluppato con la Soprintendenza per i Beni Architettonici paesaggistici storici e artistici della provincia di Napoli - oggi Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli - e il Polo museale della Campania. Il progetto di restauro ha ripreso gli assetti strutturali propri del corpo di fabbrica sottostante, riproponendo quello originario e aggiornandolo. Fondamentale è stata la ricerca d’archivio, in particolare lo studio dei disegni originari di Biagio De Lellis, e, per la parte botanica e le pavimentazioni, lo studio degli inventari e delle documentazioni fotografiche d’epoca. La restituzione dell’assetto botanico è stata rilevante, ha registrato la continua sperimentazione negli anni di essenze e disposizioni formali, cosa che ha suggerito la scelta di operare proponendo un disegno nuovo, omologo alla pavimentazione, continuando con la riproposizione del disegno ottocentesco ma realizzato con piante e sistemazioni botaniche già significativamente presenti nel giardino pensile. In particolare si cita il ritorno degli agrumi e delle rose.
GALLERIA DEL TEMPO
La Galleria del Tempo è un nuovo spazio espositivo che amplia l’offerta culturale del complesso di Palazzo Reale e che mostra nuovamente al pubblico le suggestive Scuderie Borboniche, recentemente restaurate, realizzate nell’ultimo ventennio del XVIII e caratterizzate dalle antiche mangiatoie in pietra di Bellona. La mostra permanente conduce il visitatore in un viaggio attraverso più di 2500 anni della storia della città di Napoli, a partire dall’età greco-romana fino all’inserimento del suo centro storico nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Il percorso si apre con l’esposizione di importanti reperti archeologici rinvenuti negli scavi dei cantieri della Metropolitana di Napoli che dialogano con installazioni multimediali e videoproiezioni che illustrano l’evoluzione urbanistica della città. La rappresentazione multimediale di personaggi della corte angioina e quella aragonese, sotto forma di ologrammi, consente l’ascolto di dialoghi immaginari di Roberto D’Angiò con Simone Martini, Petrarca, Boccaccio e Giotto e di Alfonso d’Aragona con Sannazaro e Pontano.
L’apparato didattico di testi e video ripercorre l’età vicereale e quella borbonica, delineate in un racconto per immagini evocative degli eventi storici e dei monumenti più significativi della città, contrappuntato da sculture ed elementi decorativi provenienti da chiese del centro storico. Il Novecento è rappresentato da una selezione di estratti da capolavori cinematografici come Paisà e Le mani sulla città che illustrano la storia di Napoli nel passaggio cruciale dalla Seconda guerra mondiale agli anni del miracolo economico italiano. Il percorso espositivo si conclude con la rievocazione dei suoni e dei colori di un vicolo del centro storico napoletano che ci proietta in una contemporaneità intrisa di tradizione.
ANDRONE DELLE CARROZZE
Dal 24 gennaio 2023 è stato inaugurato un nuovo spazio espositivo ricavato dall’apertura del collegamento tra il Cortile d’Onore e il Cortile delle Carrozze, riqualificato e ribattezzato ‘Androne delle Carrozze’, che ha restituito alla pubblica fruizione uno spazio storico del Palazzo, finora utilizzato per funzioni tecniche e come deposito, ripristinando il collegamento ottocentesco tra i due cortili.
Lo spazio, aperto al pubblico gratuitamente tutti i giorni della settimana dalle ore 9,00 alle ore 19,00, sarà prevalentemente dedicato all’esposizione di mostre temporanee di carattere storico e documentario.
Al momento, l'Androne delle Carrozze ospita la mostra "Palazzo Reale: danni di guerra e restauri. Una storia per immagini dal 1943 agli anni Cinquanta". Per info: https://palazzorealedinapoli.org/
GALLERIA DEL GENOVESE
La Galleria del Genovese è il nuovo spazio espositivo di Palazzo Reale, all’interno dell’Appartamento di Etichetta, ristrutturato e reso accessibile al pubblico per la prima volta in occasione della mostra su Dante Alighieri, nel dicembre 2021.
Questo spazio costituiva nell’Ottocento il collegamento tra il Palazzo Reale e il Teatro di San Carlo, potendo consentire ai sovrani l’accesso diretto al palco reale dall’Appartamento di Etichetta.
Fu realizzato dall’architetto Gaetano Genovese nell’ambito dei lavori di ristrutturazione ordinati dal re Ferdinando II di Borbone dopo l’incendio che danneggiò una parte del Palazzo nel 1837.
Nel ’700, in quest’area si trovava l’appartamento del capitano delle Reali Guardie del Corpo, affacciato sul cortile del maneggio. All’inizio del ’900 il corridoio che conduce verso il Teatro dava accesso agli “Uffici di Vasella”, al servizio della tavola del re e in stretto collegamento con le cucine.
Lo storico collegamento è stato utilizzato fino al 2008 quando, durante i lavori di ammodernamento del Teatro di San Carlo, si è deciso, per motivi di sicurezza, di murare il passaggio.
La necessità di recuperare spazi espositivi per la realizzazione di mostre tematiche temporanee ha sollecitato l’opportunità di recuperare questi spazi, garantendo al tempo stesso una corretta lettura delle trasformazioni e delle diverse funzioni del Palazzo.
Con il recupero della Galleria del Genovese sono stati aggiunti al percorso museale 350 mq di spazi espositivi, nell’ambito di un più ampio progetto di recupero dell’identità storica di Palazzo Reale, avviato con l’istituzione del nuovo museo autonomo nel 2020.
MUSEO CARUSO
Il 19 luglio 2023, nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita di Enrico Caruso, il Palazzo Reale di Napoli ha inaugurato il primo museo nazionale dedicato al celebre tenore. Il grande spazio della Sala Dorica accoglie non una semplice esposizione di cimeli ma una vera e propria stanza delle meraviglie, con animazioni in 3d e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che coinvolge i bambini come gli appassionati, gli addetti ai lavori e i visitatori da tutto il mondo.
SALE BELVEDERE
Dal 16 marzo al 2 luglio 2024 il Palazzo Reale di Napoli ospita la mostra “Tolkien. Uomo, Professore, Autore” ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, la curatela di Oronzo Cilli e l’organizzazione di Alessandro Nicosia. Per l’occasione verranno aperti nuovi spazi espositivi da poco rinnovati.
Le viste guidate si effettuano previa prenotazione sul sito www.coopculture.it.
Info approfondimento visite:
Sala Dai (accoglienza pubblico con disabilità, itinerario tattile) Lunedì-Venerdì 9.00-14.00, su prenotazione
Servizi
-
Sala per la didattica
-
Audioguide
-
Visite guidate
-
Sala convegni
-
Spazi espositivi
-
Assistenza disabili
-
Didascalie
-
Percorsi segnalati
-
Postazioni multimediali
-
Laboratorio di restauro
Posizione
Contatti
- Tel
- +39 081 5808255
- pal-na@cultura.gov.it pal-na@pec.cultura.gov.it
- Website
- palazzorealedinapoli.org
- Social
- Facebook Twitter Instagram
Carosello galleria
Il Giardino Pensile
Un giardino pensile insisteva in quest’area già alla metà del XVII secolo, in epoca vicereale; solo durante il regno di Carlo di Borbone esso fu esteso fino a coprire tutto il fronte a Mezzogiorno. L’assetto attuale venne definito all’epoca di Ferdinando II, nell’ambito dei lavori condotti dall’architetto Gaetano Genovese (1838-1858). Dalla terrazza si gode un'incomparabile vista sul Golfo di Napoli, col Vesuvio sullo sfondo, fino alla penisola sorrentina e all’isola di Capri.
La facciata principale di Palazzo Reale su piazza del Plebiscito
Il disegno originario, di Domenico Fontana, si conserva integralmente al primo e al secondo ordine mentre al piano terra il porticato continuo fu chiuso, in maniera alternata, alla metà del XVIII secolo da Luigi Vanvitelli per problemi statici. Nell'ultimo decennio dell'Ottocento nelle nicchie settecentesche furono inserite le statue dei re di Napoli commissionate dai Savoia. Nell'immagine la facciata è inquadrata prospetticamente dalle statue equestri di Carlo di Borbone, di Antonio Canova, e del figlio Ferdinando, di Antonio Calì.
Scalone d'Onore
Definito da Montesquieu nel 1729 “le plus beau escalier d'Europe”, fu costruito in piperno da Francesco Antonio Picchiatti tra il 1651 e il 1666 e rivestito di marmi da Gaetano Genovese nel restauro generale dell'edificio da lui diretto negli anni Quaranta del XIX secolo. Il grande invaso spaziale fu arricchito da una nuova decorazione di ispirazione neoclassica con ornati e allegorie. Sulle pareti laterali si aprono quattro nicchie con monumentali sculture in gesso rappresentanti le Virtù regie mentre la volta a padiglione è ornata di stucchi bianchi su fondo bianco-grigio, con festoni e stemmi del Regno delle Due Sicilie.
Teatro di Corte
Il Teatro di Corte fu allestito dall’architetto Ferdinando Fuga in occasione delle nozze di Maria Carolina d’Asburgo con Ferdinando IV di Borbone nel 1768. La sala conserva la decorazione settecentesca sulle pareti con le sculture in cartapesta delle Muse, dello scultore Angelo Viva, e con lo splendido baldacchino reale. Il Teatro rappresenta un raro esempio di spazio concepito nel Settecento per rappresentazioni sceniche ancora integro a Napoli, nonostante durante la Seconda guerra mondiale una delle bombe lanciate il 4 agosto 1943 sul Palazzo Reale abbia causato la rovina dell’intera volta dipinta, che fu ricostruita negli anni Cinquanta del Novecento.
Teatro di Corte
Il Teatro di Corte fu allestito dall’architetto Ferdinando Fuga in occasione delle nozze di Maria Carolina d’Asburgo con Ferdinando IV di Borbone nel 1768. La sala conserva la decorazione settecentesca sulle pareti con le sculture in cartapesta delle Muse, dello scultore Angelo Viva, e con lo splendido baldacchino reale. Il Teatro rappresenta un raro esempio di spazio concepito nel Settecento per rappresentazioni sceniche ancora integro a Napoli, nonostante durante la Seconda guerra mondiale una delle bombe lanciate il 4 agosto 1943 sul Palazzo Reale abbia causato la rovina dell’intera volta dipinta, che fu ricostruita negli anni Cinquanta del Novecento.
Sala del Trono
La Sala del Trono è dominata dalla presenza del trono, in legno intagliato e dorato, risalente alla tarda età borbonica (1850) con elementi di stile Impero e con l'inserto dell'aquila con lo stemma sabaudo, realizzato dopo il 1860. La sala è allestita con una serie di ritratti di personaggi appartenenti o comunque legati alla dinastia borbonica e a quella sabauda, ad attestare la rete di parentele che univano gli Stati monarchici europei tra Sette e Ottocento.
Galleria
Fin dal Seicento, nel periodo del viceregno spagnolo, questa galleria collegava sale di rappresentanza con le stanze private. Sulla volta sono raffigurati ad affresco i Fasti della Casa di Spagna opera di Belisario Corenzio e della sua bottega, degli anni venti del XVII secolo, ad eccezione delle Storie di Marianna d’Austria, di poco più tarde. Alle pareti arazzi Gobelins con Storie di Enrico IV e con le Allegorie del Mare e della Terra, che fanno parte della serie degli Elementi di cui altri due pezzi sono presenti nella Prima Anticamera. Sui tavoli in stile Impero (1840 circa) sono collocati due monumentali orologi di età napoleonica, raffiguranti l’Allegoria del Tempo e il Genio delle Arti.
Galleria
Fin dal Seicento, nel periodo del viceregno spagnolo, questa galleria collegava sale di rappresentanza con le stanze private. Sulla volta sono raffigurati ad affresco i Fasti della Casa di Spagna opera di Belisario Corenzio e della sua bottega, degli anni venti del XVII secolo, ad eccezione delle Storie di Marianna d’Austria, di poco più tarde. Alle pareti arazzi Gobelins con Storie di Enrico IV e con le Allegorie del Mare e della Terra, che fanno parte della serie degli Elementi di cui altri due pezzi sono presenti nella Prima Anticamera. Sui tavoli in stile Impero (1840 circa) sono collocati due monumentali orologi di età napoleonica, raffiguranti l’Allegoria del Tempo e il Genio delle Arti.
Studio Murat
La volta fu dipinta nel 1840 da Gennaro Maldarelli con lo Sbarco di Ruggero il Normanno a Otranto, nell’ambito dei lavori di restauro diretti da Gaetano Genovese. Nell’ambiente si conserva un importante mobilio di età murattiana in stile Impero, realizzato nel 1812: scrivania (bureau-plat), commode e secrétaire, realizzati a Parigi dall’ebanista Adam Weisweiler con applicazioni in bronzo dorato di Pierre-Philippe Thomire per la residenza napoleonica del Quirinale a Roma, passati in seguito a Carolina Bonaparte regina di Napoli. Lo studio è corredato di una pendola ad equazione e un barometro di fabbricazione francese, ugualmente datati al 1812.
Salone d’Ercole
Il nome del salone deriva dall’allestimento, documentato nel primo Ottocento in questo spazio, di alcuni calchi in gesso di sculture antiche della collezione Farnese, tra cui il celebre Ercole (oggi conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Tali copie in gesso sono oggi visibili nelle nicchie del porticato retrostante lo Scalone d’Onore. Nel Seicento qui si trovava la Sala del Viceré, in cui erano esposti i ritratti di tutti i viceré, dipinti da Massimo Stanzione e Paolo De Matteis. Nei secoli successivi fu trasformato in sala da ballo; l’allestimento attuale, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, include la serie di arazzi della Real Fabbrica di Napoli raffiguranti Storie di Amore e Psiche (1788-1789), eseguiti da Pietro Duranti su modelli di Fedele Fischetti. La pavimentazione in parquet risale ai restauri del periodo post-bellico (1947), conseguenti ai gravi danni provocati dai bombardamenti e dalla successiva occupazione militare. Tra le suppellettili, da notare l’orologio francese con Atlante che regge il globo terrestre, realizzato dall’horloger du roi Jacques-Augustin Thuret con cassa del celebre ebanista André-Charles Boulle, tra i più antichi delle collezioni di Palazzo Reale.
Cappella Reale
La Cappella è stata il luogo privilegiato per le funzioni di Corte e il fulcro della scuola musicale napoletana tra Sei e Settecento, avendo accolto come maestri di cappella musicisti del calibro di Alessandro e Domenico Scarlatti, Giovanni Battista Pergolesi e Giovanni Paisiello. Costruita negli anni Quaranta del Seicento, conserva uno sfarzoso altare maggiore in marmi policromi, capolavoro eseguito dallo scultore napoletano Dionisio Lazzari nel 1674 e qui trasportato in epoca napoleonica dalla chiesa di Santa Teresa agli Studi. La Cappella fu ridecorata nel corso dell’Ottocento; a quell’epoca risale la grande tela di Domenico Morelli raffigurante l’Assunzione, collocata al centro della volta nel 1870
Il Giardino Pensile
Un giardino pensile insisteva in quest’area già alla metà del XVII secolo, in epoca vicereale; solo durante il regno di Carlo di Borbone esso fu esteso fino a coprire tutto il fronte a Mezzogiorno. L’assetto attuale venne definito all’epoca di Ferdinando II, nell’ambito dei lavori condotti dall’architetto Gaetano Genovese (1838-1858). Dalla terrazza si gode un'incomparabile vista sul Golfo di Napoli, col Vesuvio sullo sfondo, fino alla penisola sorrentina e all’isola di Capri.
Il Giardino Pensile con il panorama sul golfo di Napoli ripresi dal torrione del Belvedere
Un giardino pensile insisteva in quest’area già alla metà del XVII secolo, in epoca vicereale; solo durante il regno di Carlo di Borbone esso fu esteso fino a coprire tutto il fronte a Mezzogiorno. L’assetto attuale venne definito all’epoca di Ferdinando II, nell’ambito dei lavori condotti dall’architetto Gaetano Genovese (1838-1858). Dalla terrazza si gode un'incomparabile vista sul Golfo di Napoli, col Vesuvio sullo sfondo, fino alla penisola sorrentina e all’isola di Capri.
Giardino Romantico
L’aspetto attuale risale ai restauri voluti da Ferdinando II Borbone e affidati all’architetto Gaetano Genovese, che per la sistemazione del giardino all’inglese si avvalse della collaborazione del botanico tedesco Friedrich Dehnhardt. Quest’ultimo inserì nelle aiuole delimitate da viali curvilinei numerose specie arboree, tra cui spiccano i due monumentali esemplari di Ficus macrophylla. La cancellata in ferro fu adornata con i due cavalli di bronzo di Peter Clodt von Jürgensburg, donati al re di Napoli dallo zar Nicola I di Russia in ricordo del suo soggiorno a Napoli nel 1845. La struttura del Giardino Romantico fu modificata nel 1924, con la realizzazione del viale rettilineo di accesso da via San Carlo alla Biblioteca Nazionale, trasferita in Palazzo Reale nel 1927. L'ultimo intervento in questo giardino risale al 2011, anno in cui fu realizzata la nuova sala interrata per le prove dell’orchestra del Teatro di San Carlo: sulla copertura è collocata un'installazione dell'artista Mimmo Paladino, Prova d'orchestra, gruppo magmatico di cavalli che sembra nascere dalle note provenienti dall’ambiente sottostante.