Terrore e terrorismo
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Giovedi 17 ottobre 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma), sarà presentato il volume Terrore e terrorismo. Saggio storico sulla violenza politica di Francesco Benigno (Einaudi, 2018). Intervengono: Roberto Esposito, Gabriele Pedullà, Giovanni Sabbatucci. Coordina: Mariuccia Salvati.
Generalmente si intende per terrorismo la deliberata volontà di diffondere terrore colpendo la popolazione inerme considerata nemica. Terrorismo, dunque, come creazione di terrore. Francesco Benigno contesta tale approccio ricorrendo alla storia. La produzione di «terrore» non è stata infatti storicamente l’unica dimensione del «terrorismo» e anzi esso può essere meglio compreso come la costruzione di un evento clamoroso, capace di risvegliare le masse dal loro sonno politico, qualcosa che «parla» anzitutto al popolo e che gli anarchici chiamavano «propaganda col fatto». Allo stesso tempo però la storia ci insegna che il terrorismo è anche una tecnica bellica usata in tempi di pace, la continuazione della politica con mezzi esplosivi. In questo senso esso è quindi uno spazio di opportunità aperto ad una pluralità di attori, statali e non statali, che usano il terrore (e il contro-terrore) come strumento di politica interna e internazionale. Vi sono elementi di notevole continuità tra il terrorismo come lo conosciamo oggi e la concettualizzazione tradizionale dell’azione rivoluzionaria, in specie anarchica. Ieri come oggi, infatti, e malgrado le apparenze, essa si rivolge non tanto alla popolazione della nazione da colpire ma a un proprio popolo, a una propria comunità. Gente che va richiamata alla lotta e a cui occorre dimostrare che vincere è possibile, che il debole può sconfiggere il forte. L’atto «terroristico» non è dunque messo in atto col tentativo primario di terrorizzare ma con quello di conquistare i cuori e le menti di un popolo considerato oppresso, quello con cui si identifica il gruppo autore dell’atto, che attraverso esso combatte anche una sua particolare battaglia per la primazia nel suo schieramento, per essere identificato come il principale portabandiera della propria Causa. Lo scopo del gesto «terroristico» è, in altre parole, quello di delineare, attraverso un’immagine polarizzata sull’asse noi-loro, lo scenario di una guerra, definita in termini assoluti come lo scontro tra il bene ed il male.
Francesco Benigno insegna Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Studioso di storia politica europea della prima età moderna, si è occupato anche dell'analisi dei concetti storiografici, dei processi di costruzione identitaria dei gruppi sociali e della storia della criminalità organizzata. Tra i suoi libri piú recenti: Parole nel tempo. Un lessico per pensare la storia (2014); La mala setta. Alle origini di mafia e camorra. 1859-1878 (2015).
Roberto Esposito insegna Filosofia teoretica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Gabriele Pedullà insegna Letteratura italiana presso l'Università di Roma Tre.
Giovanni Sabbatucci ha insegnato Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma.
Mariuccia Salvati ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Bologna.
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