L'immaginario mitologico dantesco e il Minotauro
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Descrizione
Il 10 Settembre, ore 16.30, la conferenza a tre voci su “L’immaginario mitologico dantesco e il Minotauro”, a cura di Fabiola Barbetta, Giorgio Rocca e Micaela Rossetti.
Alla conferenza, inserita nel ciclo di iniziative “Dante in Umbria” seguirà visita guidata alla mostra “Charun Demonio e l’immaginario mitologico dantesco” allestita presso il MANU.
Il ciclo di conferenze ha il patrocinio della SIFR-scuola. La SIFR-scuola è ente accreditato presso il MIUR con decreto n. AOODPIT.595 del 15/07/2014, ai sensi della D.M. 90 2003. La frequenza alle conferenze ha validità ai fini dell’aggiornamento del personale docente e prevede l’esonero dal servizio.
Per il ciclo di iniziative "Dante in Umbria" gli studenti di Lettere e Lingue dell’Università di Perugia potranno aver riconosciuto 1 CFU per la partecipazione a due conferenze e la stesura di una relazione. Gli studenti potranno arrivare a cumulare fino a 3 CFU per la partecipazione “a fino a 6 conferenze” e la stesura di “fino a 3 relazioni”. Presso le sedi delle iniziative è possibile compilare la modulistica necessaria all’ottenimento dei CFU.
Prenotazione obbligatoria allo 075 5727141
La leggenda del Minotauro, sorta nel secondo millennio dalla fusione di credenze e miti diffusi tra il mondo cretese-miceneo e l’area mesopotamica, si è rivelato uno dei topoi mitologici più longevi, la cui fortuna è dipesa dalla sua polivalenza semantica, dalla capacità di rispondere alle domande sempre nuove di un’umanità in continuo cambiamento. Il carattere universale dei protagonisti della “favola cretese”, veri archetipi dell’inconscio collettivo, ha consentito alla leggenda di attraversare tutta l’antichità fino a permeare di sé l’immaginario mitologico del tempo di Dante.
E così Minosse, la cui regalità e saggezza avevano indotto Omero a farne il giudice dell’Ade, mantiene il medesimo ruolo nella Commedia, ma in quanto esponente della mitologia pagana scende ora di rango, è “animalizzato” e diviene ottuso burocrate esecutore di ordini superiori. E il labirinto che Virgilio aveva lasciato alle porte dell’Ade come immagine incisa nel tempio di Apollo a Cuma, assurge con Dante a metafora del “sottomondo” dei viventi, quella selva intricata di percorsi che ineluttabilmente conducono al centro, la sede del Minotauro-Lucifero.
A meno che non giunga Beatrice a offrire un filo di Arianna, o le ali di Dedalo, intercedendo presso la Volontà Superiore affinché consenta l’intervento di Cristo-Teseo, opportunità di salvezza non solo per il poeta ma per l’intera umanità.
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