LA CURA - Domenica di Carta
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Descrizione
LA CURA
Senza tempo poiché appartiene ad ogni tempo, la cura è tensione innata del nostro spirito. Luce accecante che squarcia il buio dell'indolenza, dell'indifferenza e dell'oblio, primato sul male, porta in sé senso del dovere e spontaneità della volontà, da sempre inseguita, agognata perché salvezza e liberazione, si esprime in molteplici forme. Malattie, epidemie e pandemie che tanto nefastamente hanno segnato e tormentato la storia umana, spesso percepite come appartenenti ad altre latitudini e persone lontane da noi, si sono ripresentate, come nei nostri giorni, drammaticamente, in maniera prorompente, coinvolgendo tutti in un mondo intercomunicante diventato d'improvviso piccolo e vulnerabile, costringendoci in spazi ristretti, in attesa trepidante di cure mediche, ricercando affannosamente presidi sanitari validi per salvarci da contagi, dolore, morte. La cura medicina- struttura, così evoluta e primordiale quando non ha risposte immediate; il prendersi cura fatto di volontà, spontaneità, persone per altre persone, lenimento alla dolenza di tanta umanità stravolta e bisognosa d'aiuto. Le due parti coincidono, anche se non sempre riescono a fondersi. La malattia, la cura, il carico umano che ne consegue hanno lasciato espressioni nell'arte, nella scultura, nella pittura, profondi segni nel patrimonio culturale dell'umanità. I documenti ne conservano importanti indelebili testimonianze.
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza, in afferenza e recepimento delle tematiche indicate dalla Direzione Generale Archivi con circolare n. 48 protocollo n. 14319 del 10 settembre 2020, presenta documentazioni conservate nel proprio Archivio in cui si colgono vari aspetti di malattia, disagio umano, risposta di cura. Attraverso carteggi, fotografie , disegni architettonici s'incontrano: il dipinto raffigurante la Madonna del Pilerio custodito nell'omonima Cappella del Duomo di Cosenza, che oltre alla pregevole qualità pittorica , incarna la profonda devozione religiosa dei cosentini e la venerazione alla Vergine, Patrona di Cosenza, che, secondo tradizione, avrebbe salvato la città dalla terribile epidemia di peste sviluppatasi in molte regioni d'Italia nel 1576, compiendo un miracolo rimasto nella fede collettiva e commemorato ogni anno con celebrazione di messe e processione fortemente sentite e vissute, di grande trascinante ricchezza emozionale; notizie sull'epidemia di colera a Napoli intorno al 1910 con alcune ricadute sanitarie in Calabria ; splendide collezioni di vasi di farmacia in ceramica, per preparazioni galeniche, finemente decorate, sottoposte a vincolo per l'interesse culturale; interessanti documentazioni del Vecchio Plesso 39 dell'Ospedale di Cosenza; del "Ricovero di Mendicità Umberto I" in Cosenza ubicato nell'ex Convento dei Padri Cappuccini con annessa Chiesa; dell'Ospedale Psichiatrico di Girifalco in provincia di Catanzaro, ubicato nell' ex Convento di Sant'Antonio dei Frati Minori Riformati, edifici e luoghi di valenza storica, architettonica, sanitaria, sociale in cui si sono svolte storie di cura, assistenza, straziante sofferenza umana, lavoro di recupero di persone oltre che malate nel corpo e nella mente, spesso abbandonate, povere, sole, prive di risorse d'ogni genere e di riferimenti familiari, affettivi ed economici, dipendenti totalmente da medici, infermieri, da "altri", dalla Cura.
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