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#iorestocasa ma scopro....il Teatro e l'arte di emozionare il mondo alla Certosa di San Martino!
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Lo sapevi che alla Certosa e al Museo di San Martino esiste una sezione dedicata al Teatro? Ve la presentiamo nella Giornata Internazionale del Teatro che ricorre ogni 27 marzo. È un'opportunità per gli artisti di scena di condividere con il pubblico, una certa visione della loro arte e il modo con cui quest'arte può contribuire alla comprensione e alla pace tra i popoli.
Ogni anno, una personalità del mondo del teatro è invitata a condividere le proprie riflessioni sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli.
Questo "messaggio internazionale", tradotto in diverse lingue è letto davanti a decine di migliaia di spettatori prima della rappresentazione serale nei teatri nel mondo intero, stampato nelle centinaia di quotidiani e diffuso da radio e televisione sui cinque continenti. Jean Cocteau fu l'autore del primo messaggio internazionale nel 1962.
Shahid Mahmood Nadeem, giornalista pakistano, drammaturgo, sceneggiatore, regista teatrale e televisivo e attivista per i diritti umani, è l'autore del Messaggio Internazionale per la Giornata Mondiale del Teatro 2020. Così scrive:
Il Teatro è un Tempio- Alla fine di uno spettacolo del Teatro Ajoka sul poeta sufi Bulleh Shah, un uomo anziano, accompagnato da un giovane, si avvicinò all'attore che aveva interpretato il ruolo del grande Sufi e gli disse: “Mio nipote non sta bene, per favore, lo benedica”. L'attore rimase sorpreso e gli rispose: "Non sono Bulleh Shah, sono solo un attore che interpreta questo ruolo". L’uomo anziano gli disse: "Figlio mio, tu non sei un attore, sei una reincarnazione di Bulleh Shah, il suo Avatar ". Improvvisamente si dischiuse davanti a noi un concetto completamente nuovo di teatro, in cui l'attore diventa la reincarnazione del personaggio che sta interpretando. Esplorare storie come quella di Bulleh Shah, e ce ne sono tante in tutte le culture, può diventare un ponte tra noi, persone di teatro, e un pubblico inconsapevole ma entusiasta. Quando siamo sul palcoscenico, a volte veniamo assorbiti dalla nostra filosofia di teatro, dal nostro ruolo di precursori del cambiamento sociale e ci dimentichiamo di gran parte delle masse. Nel nostro impegno con le sfide del presente, ci priviamo della possibilità di un'esperienza spirituale profondamente toccante che il teatro può offrire. Nel mondo di oggi in cui l’intolleranza, l'odio e la violenza aumentano sempre di più, e in cui il nostro pianeta sta precipitando nella catastrofe climatica, abbiamo bisogno di recuperare la nostra forza spirituale. Abbiamo bisogno di combattere l'apatia, l’indolenza, il pessimismo, l'avidità e il disprezzo per il mondo in cui viviamo, per il pianeta in cui viviamo. Il teatro ha un ruolo, un ruolo nobile, nel dare energia e spingere l'umanità a resistere alla sua caduta nell'abisso. Il teatro può trasformare il palcoscenico, lo spazio dello spettacolo, rendendolo qualcosa di sacro. Nell'Asia del sud, gli artisti toccano con riverenza le assi del palcoscenico prima di salirvi sopra, secondo un'antica tradizione che risale a un tempo in cui lo spirituale e il culturale si intrecciavano. È tempo di riguadagnare questa relazione simbiotica tra l'artista e il pubblico, tra il passato e il futuro. Fare teatro può essere un atto sacro e gli attori possono davvero diventare gli avatar dei ruoli che interpretano. Il teatro ha il potenziale per diventare un tempio e il tempio uno spazio dello spettacolo.
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© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 18:03:40 / Ultimo aggiornamento 2020-04-14 18:03:40
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