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#dantedì Bonifacio VIII, il grande nemico. Inferno, canto XIX. Un documento dell'Archivio di Stato di Modena
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#dantedì
Bonifacio VIII, il grande nemico. Inferno, canto XIX
Un documento dell'Archivio di Stato di Modena
Ed el gridò: «Se’ tu già costì ritto,
se’ tu già costì ritto, Bonifazio?
Di parecchi anni mi mentì lo scritto.
Se’ tu sì tosto di quell’aver sazio
per lo qual non temesti tòrre a ’nganno
la bella donna, e poi di farne strazio?».
Dante, Inferno, Canto XIX, versi 52-57
Nell’anno 1300, sceso fino all’VIII cerchio dell’Inferno, nella terza bolgia di Malebolge Dante incontra i simoniaci, che avendo fatto commercio delle cose sacre ed essendosi rivolti ai beni terreni, per contrappasso scontano la loro pena conficcati nella terra a testa in giù, in buchi infuocati della roccia da cui possono fuoriuscire solamente le gambe, con fiamme ardenti sulle piante dei piedi. A questa categoria di peccatori, con uno stratagemma, il grande poeta arriva ad assegnare anche Papa Bonifacio VIII dei Caetani, benché all’epoca ancora vivente (morirà l’11 ottobre del 1303). Nell’artificio letterario ideato, la profezia della pena per il pontefice è messa in bocca ad un altro Papa, qui condannato. Incoraggiato ad interrogare un dannato, infatti, Dante si rivolge al simoniaco Niccolò III della famiglia Orsini (Papa dal 1227 al 1280) che, scambiando Dante per Bonifacio VIII e conoscendo il futuro, gli prefigura la sua prossima inevitabile condanna a sostituirlo, cosicché egli poi cadrà in fondo, dove già si trovano appiattiti nelle fessure della roccia quegli altri Papi, rei dello stesso peccato, che han preceduto Niccolò. Quest’ultimo sorpreso di vedere Bonifacio così lo apostrofa: “Sei già qui? Sei già qui Bonifacio, ancora, per poco, dritto in piedi ? Di molti anni mi ha ingannato il libro del futuro. Sei già così sazio di quella cupidigia di ricchezze per soddisfare la quale non avesti remore a prendere, con inganno, la Chiesa (la bella donna) per poi prostituirla con l’uso di simonia?”.
Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, Papa dal 1294 al 1303), detestato da Dante, era il grande alleato dei guelfi neri fiorentini, gli avversari politici che costrinsero il poeta all'esilio.
Mostriamo qui l'esemplare di un importante privilegio concesso proprio da Bonifacio VIII il 16 gennaio 1303 all'ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, riguardante la facoltà di amministrare le confessioni, rimettere i peccati ed ingiungere penitenze.
In questo atto il papa concesse ai religiosi la facoltà di udire le confessioni, assolvere ed imporre penitenze, decretando poi che nessun altro religioso o secolare potesse seppellire i corpi dei defunti nei cimiteri senza il loro assenso, o celebrare le messe o le esequie nelle chiese, senza loro approvazione.
(a cura di Patrizia Cremonini e Alberto Palladini)
ASMo, Corporazioni religiose soppresse, pergamene da Milano
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© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 18:03:31 / Ultimo aggiornamento 2020-04-14 18:03:31
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