Tipo Evento:
Convegno/conferenza
Conferenza : L'arte mobiliare paleolitica: metodologia integrata per l'analisi digitale dei reperti
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Descrizione
“L’arte occupa un posto speciale negli studi sulla preistoria più antica. Uno dei tratti distintivi che caratterizza i nostri antenati sapiens è la produzione di oggetti e di decorazioni che risalgono ad epoche antichissime e sono stati documentati in molti continenti. L’arte mobiliare, tema della conferenza, è più facilmente databile rispetto all’arte parietale quando il contesto archeologico viene ricostruito con metodi rigorosi. In Europa i più antichi reperti di arte mobiliare risalgono all’Aurignaziano e sono datati intorno a 42.000 anni fa. Un carattere specifico dell’arte mobiliare consiste nella varietà dei suoi possibili scopi, che indusse A. Leroi-Gourhan (1971) a suggerire una suddivisione della categoria in oggetti “di uso tecnio” ed oggetti con una valenza “religiosa”. A quest’ultimo gruppo si possono riferire le due statuette in osso, definite come “Veneri” scoperte nella Grotta delle Veneri a Parabita (LE) nel 1965 e oggi custodite presso il Museo Archeologico di Taranto”.
Così Eva Degl’Innocenti, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, presenta l’incontro del 23 ottobre 2019, alle ore 18:00, presso la Sala Incontri del MArTA, nell’ambito dei “Mercoledì del MArTA”: una conferenza dal titolo L'arte mobiliare paleolitica: metodologia integrata per l'analisi digitale dei reperti a cura del della Prof.ssa Daniela Zampetti (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) e del dott. Leopoldo Repola (Università Suor Orsola Benincasa, Napoli).
Nell’ambito di un progetto ricerca, che si avvale della collaborazione tra la Sapienza Università di Roma e l’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, i due manufatti in osso – le ‘Veneri’ - sono stati analizzati nell’intento di indagare le tecniche di manifattura e di produrre dei modelli 3D.
La ricerca ha inteso sperimentare delle procedure integrate di digitalizzazione tridimensionale fotogrammetriche mediante l’uso di videocamera digitale con ottica macro e di un microscopio Dinolite al fine di produrre modelli numerici ad altissima risoluzione per il riconoscimento e lo studio delle tracce tecnologiche su reperti d’arte mobiliare preistorici e sulla “Venere Grande” in particolare. Le tracce tecnologiche fungono da "impronta digitale" dello strumento che le ha prodotte e indirettamente della mano che le ha realizzate. La superficie di lavorazione che ospita le tracce tecnologiche non è perfettamente piana e spesse volte presenta asperità e dislivelli a causa di alterazione. Per cui, l'analisi congiunta della traccia tecnologica, prendendo come riferimento le caratteristiche geometriche del suo piano di lavorazione, risulta un valore aggiunto per la ricostruzione del gesto artistico che ha portato alla realizzazione della "Venere Grande".
I risultati ottenuti hanno dimostrato le potenzialità delle procedure di micromodellazione aprendo futuri scenari per l’ottimizzazione delle procedure di acquisizione delle immagini e di produzione dei modelli, anche facendo ricorso a procedure ibride, integrando i sistemi fotogrammetrici con tastatori elettronici e con sistemi di microtomografia computerizzata ad alta risoluzione.
Inoltre, tale approccio se da un lato intende supportare le fasi di analisi dei manufatti, dall’altro permetterà di indagare nuovi sistemi di rappresentazione a scala micrometrica degli stessi, aprendo tali tipologie di reperti, di grande valore scientifico ed eccezionale bellezza, ai nuovi linguaggi della comunicazione digitale e a inedite forme di musealizzazione. L’ingresso alla conferenza sarà gratuito. PER INFO: Tel. 099-4538639 o mail: prenotazioni@novaapulia.it
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 18:01:32 / Ultimo aggiornamento 2020-04-14 18:01:32
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