
Villa Adriana. Nuove scoperte nel segno della magnificenza
Testo del comunicato
Nell’ambito della collaborazione con l’Ordine
degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia, nel
recente webinar Villa Adriana. Il potere dell’architettura:
un’archeologia olistica per il terzo millennio, il Professor Rafael Hidalgo Prieto dell’Università
Pablo de Olavide di Siviglia ha illustrato una scoperta sensazionale
effettuata nell’ambito di una
concessione di scavo a Villa Adriana, sito
afferente all’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este - Villae
(MiBACT): si tratta di una sala per banchetti acquatica,
struttura caratterizzata da originalità e assoluta novità.
Dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Villa Adriana costituisce la lussuosa residenza dell’imperatore Adriano, costruita tra il 118 e 138 d.C. in un territorio verdeggiante e ricco di acque nei pressi Tivoli, l’antica Tibur, a 30 km ca. da Roma. I resti della dimora si estendono su un’area di almeno centoventi ettari, comprendente strutture residenziali, terme, ninfei, padiglioni e giardini. Straordinaria era la ricchezza della decorazione architettonica e scultorea che è stata oggetto di sistematiche ricerche a partire dal Rinascimento volte ad incrementare le collezioni delle famiglie più facoltose del tempo. Oggi quasi tutti i principali musei e collezioni di Roma e del resto d’Italia, nonché del mondo, annoverano tra le loro opere esemplari provenienti da Villa Adriana.
La scoperta dell’équipe spagnola è avvenuta nell’area di Palazzo, dove peraltro si conserva il nucleo di una villa repubblicana a partire dalla quale è stata edificata la residenza adrianea. La novità di recente emersa è un triclinio in marmo, sul quale si poteva banchettare semisdraiati, secondo l’uso antico, ma a pelo d’acqua, poiché la struttura costituiva una vera e propria isola di marmo in una sorta di ninfeo.
L’unicità, il lusso e l’esclusività del triclinio, inquadrato
da fontane e prospettante
su un’area sistemata a giardino, suggeriscono senza dubbio la frequentazione
imperiale. Il contesto è rappresentativo di quel gusto della ricerca e
della sperimentazione in campo architettonico che caratterizzarono la
sensibilità dell’imperatore Adriano e si espressero nella magnificenza della
villa. Alla preziosità dell’ambiente dovevano associarsi le sonorità, i
profumi, le declinazioni climatiche dei giardini e dell’acqua, creando uno
spazio raffinato e sfarzoso, che doveva esaltare la sensorialità dei
frequentatori.
“Villa Adriana -dichiara il direttore
delle Villae, Andrea Bruciati- è oggi più che mai un attivo cantiere
di studi e una fucina di saperi e novità. L’équipe spagnola ha rinvenuto un
elemento architettonico germinale che sarà poi sviluppato nel complesso
Canopo-Serapeo. Illuminato e ambizioso, l’imperatore ha preferito dedicarsi ad
una progettualità costruttiva fatta di grandi e meravigliose opere, da cui è
disceso l’insieme straordinario e vario della villa, in continuo movimento e
tensione fra le parti, protesa verso un’idea di perfezione e completezza.
L’eccezionalità del sito ne fa un palinsesto
cangiante e primario al contempo, ispirando nell’Istituto un progetto
di gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico, monumentale e
naturalistico improntato all’interdisciplinarietà e alla trasversalità.”
Tivoli, 11.02.2021
Ufficio Promozione e Comunicazione
Villa Adriana e Villa d’Este