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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-08397 del dep. Cosimo Petraroli. Isolino Virginia. Lago di Varese. Situazioni di degrado.
Testo del comunicato
Si riscontra l’atto di sindacato ispettivo n. 4-08397, con il quale l’onorevole interrogante, illustrato lo stato di degrado in cui versa l’area denominata “Isolino Virginia”, situata sul lago di Varese, determinato dai processi di eutrofizzazione delle acque e dei rifiuti ivi abbandonati, chiede quali siano i tempi di ultimazione dei lavori relativi all’area archeologica presente sull’Isolino, e se e quali fondi statali siano stati stanziati per eseguire i lavori di scavo. Al riguardo si comunica quanto segue. L’Isolino Virginia, sito in comune di Biandronno (VA), costituisce uno dei 19 abitati palafitticoli italiani del sito UNESCO (“Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”), iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale nell’anno 2011. L’iter di candidatura per la parte italiana è stato coordinato e diretto dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, individuato come soggetto di riferimento del sito UNESCO per la parte italiana e sede della Segreteria tecnico-scientifica. Il sito dell’Isolino, scoperto nel 1863, rappresenta uno dei capisaldi della preistoria europea, avendo restituito testimonianze archeologiche dal Neolitico all’età del Bronzo finale. L’area presenta interesse per diversi profili vincolistici, ma quello prevalente risulta senza dubbio l’interesse archeologico in quanto tutta l’isola è un’area archeologica, in cui la vegetazione si è sovrapposta alla palafitta: da qui la complessità dei problemi connessi alla vulnerabilità del sito. Quanto alle problematiche relative all’eutrofizzazione delle acque, evidenziato nell’atto di sindacato che si riscontra, si riferisce che il fenomeno è ben noto e che, nel 2009, è stato tentato da parte della Provincia di Varese, con la collaborazione dell’Osservatorio del Lago di Varese (ente composto dalla Provincia e da tutti i Comuni rivieraschi), un progetto sperimentale di risanamento mediante Phoslock, posizionato su due aree campione di modesta entità, che avrebbe dovuto bloccare la proliferazione del fosforo. Tuttavia sugli esiti di tale sperimentazione gli studiosi non sono concordi e, al momento, si stanno studiando altre soluzioni. Per quanto riguarda il collegamento all’isola e pulizia dell’area, si riferisce che l’Isolino, di proprietà del Comune di Varese, è un’isola artificiale dovuta all’antropizzazione dell’area a partire dalla Preistoria. Per tutelare il sito, la citata Soprintendenza, in accordo con la consorella per beni architettonici e paesaggistici (ora Soprintendenza belle arti e paesaggio), ha espresso in passato parere negativo alla realizzazione di ponti pedonali di collegamento con la terraferma per vari motivi, tra i quali la volontà di preservare l’isola, vista la sua peculiare fragilità, sia dal punto di vista archeologico sia paesaggistico e per non togliere il fascino di un approdo via acqua. Non vanno, inoltre, sottovalutati i problemi di guardiania e di tutela che avrebbe comportato un afflusso non controllato di turisti tramite un passaggio aperto. In merito al servizio di traghettamento, fino a quando è stata in vigore la convenzione con il custode/gestore del ristorante incaricato dal Comune di Varese, l’attività è stata condotta dalla famiglia ivi residente, in possesso delle necessarie qualifiche per il trasporto di persone. Il servizio dal 2012 è stato incrementato, nei mesi estivi, grazie a un traghetto pubblico gestito dalla Provincia di Varese, con varie fermate lungo il lago. La pulizia del sito è in capo al Comune di Varese, proprietario dell’area. Per quanto concerne la ristorazione, si precisa che dalla cessazione della convenzione nel 2011 con il custode/gestore del ristorante è stata avviata una lunga azione legale da parte del Comune di Varese per riottenere la disponibilità dei locali di alloggio e del ristorante-bar. La morte del concessionario, nel maggio 2014, e le sopraggiunte difficoltà dovute alla complessa successione ereditaria, hanno dilazionato di vari mesi la ripresa del possesso del sito da parte del Comune di Varese, avvenuta il 13 gennaio 2015. Di recente il Comune di Varese ha pubblicato un avviso, riservato a scuole di tipo alberghiero e a cooperative sociali (in considerazione della manifesta non rilevanza imprenditoriale della concessione) per la gestione del compendio, comprendente anche il ristorante-bar, la custodia dell’Isolino e la manutenzione ordinaria dello stesso. Con tale avviso è stato individuato come affidatario del progetto il Centro Gulliver, Società Cooperativa Sociale a r.l. ONLUS, con sede in Varese ed è in corso la predisposizione del contratto. Il Comune, inoltre, installerà telecamere per la sicurezza del sito che verrà dotato di impianto wi-fi. Per l’aspetto relativo alla manutenzione del sito, si evidenzia che sull’area insistono imponenti alberi secolari, di diverse essenze pregiate, alcuni dei quali sono caduti in varie occasioni a causa del grave maltempo. Il sito è stato ripulito tra il marzo e l’aprile 2014 grazie a un complesso intervento, concordato con tutti gli Enti competenti, che ha reso necessario l’impiego di un elicottero per la rimozione di gran parte dei tronchi al fine di evitare il danneggiamento delle strutture archeologiche. Solo alcuni sono stati lasciati sul posto per alimentare il riscaldamento della casa del custode. Relativamente alla sostituzione del molo di attracco attualmente ammalorato, il Comune di Varese ha predisposto un progetto che prevede la sostituzione della struttura esistente con un pontile galleggiante. La pratica è stata esaminata e autorizzata dalla competente Soprintendenza con la prescrizione di eseguire controlli archeologici subacquei preliminari. Per gli aspetti di competenza paesaggistica la pratica è stata esaminata dalla Soprintendenza belle arti e paesaggio. In riferimento, infine, allo scavo archeologico, si rende noto che esso si è svolto tra il 2006 e il 2012 in regime di concessione ministeriale (ex artt. 88 e 89 del Decreto legislativo 42 del 2004) da parte del Comune di Varese e sotto la direzione del conservatore del Museo Archeologico di Villa Mirabello di Varese e del Museo Preistorico e Parco Archeologico dell’Isolino Virginia-Biandronno. La ristretta area oggetto dell’intervento di scavo è recintata e non è visitabile dal pubblico in quanto la natura del sito, soggetto ad allagamenti naturali e molto delicato per la presenza di fragili strutture in legno imbibito, non è compatibile con il passaggio di visitatori per i quali non è, inoltre, possibile garantire in alcun modo adeguati standards di sicurezza. Si precisa che gli scavi archeologici effettuati dal 2006 al 2012 sono stati finanziati con fondi del Comune e della Regione Lombardia. I risultati preliminari delle indagini archeologiche sono in parte illustrati su pannelli didattici collocati sul sito, nel Museo Preistorico presente sull’isola e anche nel Museo Archeologico di Villa Mirabello nel centro di Varese.
Documentazione:
Petraroli 21 maggio 2015
(documento in formato pdf, peso 192 Kb, data ultimo aggiornamento: 09 giugno 2015 )