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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-07373 del dep. Giuseppe Brescia. Bando per l’affidamento, a canone agevolato, di spazi entro siti, istituti e luoghi della cultura pubblicato il 15 ottobre 2014.
Testo del comunicato
Si fa riferimento all’atto di sindacato ispettivo n. 4-07373, con il quale l’Onorevole interrogante chiede precisazioni in ordine a un bando di gara, con scadenza 5 novembre 2014, per l’affidamento, a canone agevolato, di spazi entro siti, istituti e luoghi della cultura di proprietà del demanio dello Stato, ramo storico artistico, affidati in gestione al MIBACT, esistenti nel territorio della regione Molise, lamentando in particolare una asserita scarsa pubblicità del bando e paventando una gestione monopolistica del patrimonio culturale del Molise. La competente Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise, con bando pubblicato il 15 ottobre 2014, ha attivato una procedura ad evidenza pubblica, mediante pubblico incanto, per l'affidamento, a canone agevolato, di spazi entro siti, istituti e luoghi della cultura di proprietà del demanio dello Stato, ramo storico-artistico, affidati in gestione al MIBACT, esistenti nel territorio della regione Molise, per finalità di interesse pubblico consistenti nello svolgimento di servizi per il pubblico, ossia di funzioni ed attività destinate alla promozione della conoscenza del patrimonio culturale nazionale presente nella regione ed al miglioramento delle condizioni per la sua fruizione da parte della collettività, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura e del turismo; nel bando sono stati indicati i requisiti il cui possesso costituiva condicio sine qua non per la partecipazione alla gara da parte dei soggetti interessati alla procedura ad evidenza pubblica. I requisiti richiesti, per le istituzioni, fondazioni e associazioni, costituite senza scopo di lucro ed interessate a partecipare al bando, erano i seguenti: - essere costituite, per almeno il 60%, da associati partecipanti dotati di titolo di formazione post-universitaria (dottorato di ricerca, diploma di specializzazione e titoli equipollenti); - essere costituite da associati o partecipanti che avessero già maturato esperienza, per almeno un triennio, nello svolgimento di attività di valorizzazione e di educazione al patrimonio culturale, presso strutture periferiche del MiBACT o di Enti pubblici territoriali competenti ad assicurare la pubblica fruizione e la valorizzazione del loro patrimonio culturale; - essere costituite da associati o partecipanti che avessero maturato esperienza, per almeno un triennio, nello svolgimento di attività intese a promuovere la cultura materiale dei territori in cui avessero lavorato; - avere associati o partecipanti, in misura pari ad almeno il 30%, che avessero maturato esperienza, per almeno un triennio, nello svolgimento di attività di sorveglianza su cantieri archeologici, anche nella conduzione di indagini di archeologia preventiva; - avere associati o partecipanti, in misura pari ad almeno il 30%, che avessero maturato esperienza, per almeno un triennio, in progetti di studio del territorio; - avere associati o partecipanti, in misura pari ad almeno il 30%, che avessero maturato esperienza, per almeno un triennio, nello svolgimento di attività di catalogazione e digitalizzazione di schede relative a materiale archeologico, storico-artistico, architettonico ed etnoantropologico, secondo le direttive ICCD. L'onorevole l'interrogante ritiene "i requisiti richiesti... estremamente restrittivi (risalta un'esperienza almeno triennale nello svolgimento di attività aventi ad oggetto la promozione della cultura materiale del territorio ovvero una collaborazione, di fatto, già in essere con le soprintendenze regionali)". Al riguardo, la citata Direzione regionale ha precisato che “era intenzionata ad affidare le attività educative, di accoglienza del pubblico e di intrattenimento dello stesso negli istituti e luoghi della cultura esistenti nel territorio regionale molisano a giovani professionisti, esperti e motivati, in grado di gestire i siti loro dati in consegna e di attirare pubblico con una serie di offerte non limitate alla sola illustrazione delle opere d'arte contenute nei siti stessi, ma capaci di collegare i siti al territorio, considerato in tutti i suoi aspetti, ivi compresi quelli costituiti da espressioni della vita quotidiana e materiale. Per un tale, invero ambizioso, progetto di educazione al patrimonio, che l'Amministrazione intendeva realizzare in Molise, per riscattare tale realtà territoriale, ricca di potenzialità, dal ruolo di 'sito minore' o, peggio, 'periferico', i livelli di specializzazione richiesti agli associati o partecipanti alle istituzioni, fondazioni o associazioni interessate a partecipare alla procedura di evidenza pubblica così indetta, costituivano, ad avviso dell’Amministrazione procedente, la soglia minima di esperienza necessaria a condurre con successo l'impresa consistente nel far conoscere il patrimonio archeologico, storico-artistico, paesaggistico, ma anche le esperienze e le tradizioni del Molise ad un pubblico il più vasto possibile”. L'onorevole interrogante rileva criticamente, poi, che siano state date solo tre settimane di tempo alle istituzioni, fondazioni ed associazioni interessate a partecipare alla procedura di evidenza pubblica per formulare la propria offerta. Al riguardo, va rilevato che la Direzione regionale ha riferito che “ il bando di gara è stato predisposto nel rispetto delle disposizioni normative regolanti l'affidamento di servizi e la concessione in uso di spazi entro immobili di proprietà dello Stato: infatti nessun ricorso è stato presentato avverso il bando o i conseguenti esiti della procedura selettiva così espletata”. La stessa Direzione Regionale, nel confermare che al bando ha risposto una sola associazione, ha anche rimarcato che “l’Amministrazione, comunque, dopo l'apertura della busta contenente l'offerta, ha anche invitato l'associazione offerente ad un dialogo inteso a migliorare le condizioni dell'offerta stessa, prima di procedere all'aggiudicazione della gara”. Si fa poi presente che l'affermazione in base alla quale l'associazione che si è aggiudicata la gara aveva la propria sede "al medesimo indirizzo della direzione stessa", non risponde al vero. Infatti, mentre la sede della Direzione regionale Beni culturali e paesaggistici è in Campobasso, alla Salita S. Bartolomeo, n. 10, la sede dell'associazione in questione è in Campobasso, alla Via Tiberio, n. 72. Quanto alla lamentata scarsa pubblicità conferita al bando di gara, la competente Direzione regionale ha affermato che “esso ha ricevuto la pubblicità prevista dalle vigenti disposizioni di legge”. Infatti, ai sensi e per gli effetti della L. 18 giugno 2009, n. 69, articolo 32, comma 2, esso è stato pubblicato sul sito informatico del Ministero BACT - Direzione regionale BCP del Molise, e degli uffici territoriali da essa dipendenti, oltre che all'albo dei medesimi uffici. Di esso, inoltre, è stata data informazione, per estratto, su due quotidiani a diffusione regionale ("Primo piano Molise" e "Quotidiano del Molise") e su un quotidiano a diffusione nazionale ("Il Mattino"). Circa il fatto che alla gara abbia partecipato una sola associazione, ciò che rileva è che, comunque, l'associazione partecipante aveva tutti requisiti previsti dal bando per poter partecipare. E vale la pena di sottolineare che fra i componenti dell'associazione che si è aggiudicata il servizio di assistenza culturale e di intrattenimento del pubblico negli istituti e luoghi della cultura molisani non vi sono né parenti né sodali dell’allora Direttore regionale o dei Soprintendenti con i quali essi devono direttamente coordinarsi nello svolgimento delle loro attività. Con riguardo al canone fissato per la concessione di spazi all'interno degli istituti e luoghi della cultura del Molise, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise ha evidenziato che “esso è pari al 20% di quanto detti istituti e luoghi incassano in un anno, ma occorre anche aggiungere che molti di detti luoghi hanno un biglietto di ingresso ad un prezzo molto basso e molti altri sono aperti gratuitamente. Peraltro, scopo dell'Amministrazione BACT, in realtà `periferiche', come quelle molisane, non è quello di incrementare gli introiti, perché certo le strutture espositive esistenti in Molise non potrebbero mai raggiungere i livelli di presenze di altre realtà espositive, a favore delle quali gioca la tradizione, la dislocazione territoriale, la notorietà internazionale, ma piuttosto quello di consentire il formarsi di un 'indotto', che abbia come volano il patrimonio culturale, e che permetta a giovani, con alto livello di formazione, di vivere facendo impresa culturale, dando così un senso ed uno scopo alla propria formazione universitaria e post-universitaria. E offrire questa possibilità ai giovani è per uno Stato che, secondo Costituzione, è ancora uno Stato sociale di diritto, un obbligo morale prima ancora che giuridico, specie in un momento in cui lo Stato, per mancanza di risorse economiche, non riesce più ad approntare e a portare avanti un piano organico di rinnovo del personale nella pubblica amministrazione”. Quanto, poi, alla critica sui risultati della gestione da parte degli organi periferici di questo Ministero del patrimonio culturale molisano, si può rammentare che negli ultimi cinque anni: - è stato riaperto al pubblico, dopo lavori di restauro e di adattamento a sede espositiva, il Castello Pandone, in Venafro, allestito come Pinacoteca nazionale con le opere del territorio provenienti da chiese dirute o non più agibili, poste a confronto con opere di maestri maggiori, provenienti, in prestito, dai depositi di realtà museali quali il Museo nazionale di Capodimonte o la Galleria nazionale d'arte antica di Palazzo Barberini (consentendo in tal modo ai visitatori di poter conoscere opere di grandi maestri della pittura anche in realtà periferiche); - è stata completata, sempre a Venafro, l'acquisizione alla mano pubblica ed è stato parzialmente aperto alla fruizione l'anfiteatro romano, detto il Verlascio; - è stata completata, ad Isernia, la realizzazione del Museo del Paleolitico (i cui lavori erano stati iniziati nel lontano 1986 e la cui mancata realizzazione era diventata un caso nazionale), con conseguente apertura al pubblico della struttura, che ha registrato numeri davvero lusinghieri di visitatori (mediamente dal 2013, anno dell'apertura, 10.000 all'anno), per una regione piccola come il Molise; - è in corso di riallestimento, sempre ad Isernia, il Museo di S. Maria delle Monache, che sarà il museo della civiltà del Sannio Pentro; - è stato riallestito, a Campobasso, il Museo sannitico, con un lusinghiero riscontro di presenze (circa 5.000 visitatori nell'ultimo anno); - è stato aperto al pubblico, sempre a Campobasso, il Museo di Palazzo Pistilli, destinato ad accogliere i dipinti della Collezione Praitano, oggetto di una donazione allo Stato, frutto di un positivo rapporto dell’Amministrazione con il territorio. Quanto alla ritenuta "gestione particolaristica", ferma restando ogni libertà di critica, si può solo osservare che la gestione delle strutture territoriali MIBACT risulta condotta nel pieno rispetto delle funzioni istituzionali assegnate dalla Costituzione e dalle leggi di settore all'Amministrazione BACT. Circa la vicenda oggetto della presente interrogazione, la citata Direzione Regionale ha riferito che “sulla gestione dei siti è stata presentata in Consiglio regionale del Molise una apposita interrogazione in data 29 gennaio 2014, alla quale la Direzione regionale del Molise ha risposto con la nota n. 484 del 4 febbraio 2014, della quale il Presidente della Giunta regionale, su espressa richiesta della medesima Direzione, ha dato lettura in assemblea regionale”. Con riguardo al suggerimento, formulato dall'onorevole interrogante, di pubblicare "sia il progetto aggiudicatario che gli strumenti di valutazione della direzione", si precisa che, secondo quanto confermato dalla stessa Direzione regionale, l'atto di aggiudicazione è stato a suo tempo pubblicato on line sul sito della Direzione regionale, unitamente ad altri atti concernenti il procedimento. Si può aggiungere che, a garanzia della qualità della prestazione offerta, nell'atto di aggiudicazione sono stati stabiliti termini e modalità del monitoraggio delle attività affidate in appalto di servizi con report bimestrali da parte dell'affidatario verso i vari responsabili unici dei procedimenti - ovvero i dirigenti di settore - e report semestrali da parte di questi ultimi alla struttura regionale del MiBACT. Quanto agli "altri attori economici e culturali che operano in Molise (guide turistiche, archeologi, associazioni culturali e altro)" ed alla tutela che ad essi dovrebbe essere assicurata da questo Ministero, va ribadito che la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Molise ha affidato i servizi di accoglienza del pubblico negli istituti e luoghi della cultura statali nel rispetto delle prescrizioni di cui all'articolo 117, comma 2, lettera e), del Codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché delle indicazioni interpretative fornite, al riguardo, dai competenti uffici centrali del Ministero. Essa, al riguardo, ha riferito che “le guide turistiche locali non sono mai state ostacolate nello svolgimento della loro attività professionale, all'interno delle strutture museali statali, ogni qual volta esse si siano presentate con gruppi per effettuare visite nei monumenti di pertinenza dello Stato. Ma il diritto delle guide turistiche a condurre propri gruppi di visitatori entro le strutture espositive dello Stato, che certamente non può essere messo in discussione, non può essere considerato preclusivo di diverse e ulteriori forme di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale”.
Documentazione:
Brescia 29 luglio 2015
(documento in formato pdf, peso 189 Kb, data ultimo aggiornamento: 31 agosto 2015 )