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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-05895 della dep. Marta Grande. Riorganizzazione Ministero. Polo museale etrusco e Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale.
Testo del comunicato
Con riferimento all’atto di sindacato ispettivo n. 4-05895, con il quale l’Onorevole interrogante chiede se questo Ministero intenda prevedere la costituzione di uno specifico polo museale etrusco nonché la ricostituzione della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, si rappresenta quanto segue. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 171 del 2014, recante “Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma dell’art. 16, comma 4 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89”, e con i successivi provvedimenti attuativi, questo Ministero, nel recepire le previsioni in materia di riduzione della spesa, ha colto l’occasione per ridisegnare la propria organizzazione in modo innovativo e in linea con le misure già adottate con il decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106. L’adeguamento ai numeri della spending review è divenuto, così, l’opportunità per intervenire sull’organizzazione del Ministero, porre rimedio ad alcune criticità e rendere la sua azione di tutela e valorizzazione del patrimonio più efficiente ed efficace. Tra i punti affrontati della riforma vi è la sotto-valutazione dei musei: numerosissimi sul territorio nazionale, ma quasi sempre articolazioni delle soprintendenze, non inseriti in un disegno unitario, e non adeguatamente valorizzati, anche in chiave di promozione turistica. La riforma ha voluto mutare radicalmente questo aspetto, assicurando al contempo il legame dei musei con il territorio e con le soprintendenze e fatte salve le prioritarie esigenze di tutela. Sono state quindi previste, da una parte, una nuova Direzione generale musei, cui è affidato il compito di attuare politiche e strategie di fruizione a livello nazionale, favorire la costituzione di poli museali anche con Regioni ed enti locali, svolgere i compiti di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura, dettare le linee guida per le tariffe, gli ingressi e i servizi museali e, dall’altra, la creazione, in ogni Regione, di poli museali, articolazioni periferiche della Direzione generale musei, incaricati di promuovere gli accordi di valorizzazione previsti dal Codice e di favorire la creazione di un sistema museale tra musei statali e non statali, sia pubblici, sia privati. Considerando il livello regionale quale ambito ottimale di riferimento, sono stati attivati 17 poli museali regionali e, in questo quadro, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma è stato assegnato al Polo museale del Lazio, chiamato a mettere a sistema gli istituti e luoghi della cultura della regione ad esso affidati, potenziandone la valorizzazione e la pubblica fruizione. Nel disegno della riorganizzazione del Ministero si è intervenuti altresì allo scopo di razionalizzare la struttura e semplificare le linee di comando. L’amministrazione periferica è stata dunque ripensata, mantenendo il livello regionale quale dimensione di riferimento, ridefinendo e semplificando la linea di comando tra amministrazione centrale e Soprintendenze: le Soprintendenze archeologiche sono articolazioni periferiche della relativa Direzione centrale; quelle miste, belle arti e paesaggio, lo sono della relativa Direzione e nel rispetto della distribuzione territoriale, e sono, quindi, accorpate le Soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici, come già avveniva in diversi casi e come già era e rimarrà al centro, con una sola Direzione centrale. Tale disegno, pur nel contesto delle previsioni dettate dalla spending review, è stato condotto tenendo presente la specificità dei territori e le esigenze del patrimonio: come nelle altre regioni, anche in Lazio è stata prevista una unica soprintendenza archeologia, la Soprintendenza archeologia del Lazio e dell'Etruria meridionale. Si rappresenta che essa rappresenta peraltro l’unico caso in cui l’ambito di competenza è stato articolato oltre la semplice indicazione della Regione di riferimento, indicando esplicitamente uno specifico territorio: la denominazione stessa dell’ufficio conferma dunque la piena consapevolezza del valore e dell’unicità del patrimonio della civiltà etrusca distribuito sul territorio dei circa 90 Comuni ricadenti nella provincia di Viterbo e nella parte nord della provincia di Roma, dove questa civiltà è fiorita tra il IX secolo a.C. e l'età romana.
Documentazione:
Grande 27 maggio 2015
(documento in formato pdf, peso 149 Kb, data ultimo aggiornamento: 19 giugno 2015 )