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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-02952. Colosseo. Articolo sul settimanale L'Espresso.
Testo del comunicato
Con riferimento all’atto di sindacato ispettivo 4-02952, con il quale l’Onorevole interrogante chiede notizie in merito all'articolo apparso in data 4 novembre 2014 sul settimanale “l’Espresso”, con il quale si comunicava un'attività di bagarinaggio esercitata sulla piazza del Colosseo, lamentando altresì la confusione delle competenze sull’area in questione, si comunica quanto segue. La Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma e, più in generale, lo scrivente Ministero, come correttamente segnalato dal Senatore interrogante, non sono competenti sulla piazza del Colosseo, ma sono responsabili soltanto del monumento demaniale. La stessa Soprintendenza, da diversi anni, ha denunciato e continua a denunciare la situazione all’Amministrazione Provinciale di Roma, competente in materia di guide turistiche e sulla Polizia Provinciale di controllo, al Comune di Roma, competente sulla piazza, e alle Forze dell' Ordine. Inoltre, trattandosi di una esigua minoranza di guide quella che esercita quotidianamente la propria attività presso il monumento rispetto alla totalità delle guide regolarmente autorizzate, la Soprintendenza ha preso contatti con le Associazioni di categoria e ha concordato modalità di ingresso e di vendita dei biglietti. Da molto tempo, quindi, le biglietterie non vendono congiuntamente più di 13 biglietti singoli e forniscono i gruppi organizzati di un biglietto unico che viene affidato alla guida che accompagna i visitatori. In tal modo è necessario che il gruppo sia stato effettivamente organizzato in precedenza e non sia frutto di una occasionale raccolta in piazza. Per facilitare l'ingresso delle guide autorizzate in modo che non debbano fare la fila per ricevere il loro biglietto gratuito, la Soprintendenza ha inoltre messo a loro disposizione una tessera personale che consente l'ingresso direttamente ai tornelli e che può essere richiesta presso le biglietterie delle Terme di Diocleziano e il pomeriggio al Colosseo alla cassa prenotati. In merito alla parcellizzazione delle competenze sulla piazza, si fa presente che la Soprintendenza aveva da tempo formulato varie proposte in tema di vigilanza, accoglienza e gestione dei flussi di pubblico all'interno di quella che diverrebbe una delle aree archeologiche più rilevanti del mondo, comprendendo le altre parti demaniali del Foro romano e del Colle Palatino. Proprio al fine di affrontare organicamente il modo segnalato dall’Onorevole interrogante, con decreto ministeriale del 1 agosto 2014, poi modificato dal decreto ministeriale del 12 settembre 2014, è stata istituita la Commissione mista tra il MiBACT e l’amministrazione comunale di Roma Capitale per l’eleborazione di un piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’area archeologica centrale. Alla Commissione è stato affidato il compito precipuo di elaborare - a partire dalle linee-guida risultanti dal Protocollo sottoscritto tra il Ministero e il Sindaco di Roma il 18 febbraio 2008 – lo studio per un Piano strategico per la sistemazione e lo sviluppo dell’area archeologica, proponendo al riguardo le migliori opzioni attuative. La Commissione era composta da esperti designati dal MiBACT e da Roma Capitale e, nello svolgimento della propria attività, si è raccordata con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma (ora Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area archeologica di Roma), la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Roma (ora Soprintendenza belle arti e paesaggio del comune di Roma), la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio (ora Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) e la Sovrintendenza ai beni culturali di Roma Capitale. Come sottolineato dal Ministro, intervenuto alla riunione di insediamento del 5 settembre insieme al Sindaco di Roma Capitale, dott. Ignazio Marino, l’area oggetto dei lavori della Commissione è caratterizzata da un incrocio di competenze tra Ministero e Roma Capitale, incrocio che deve essere reso virtuoso. La Commissione è stata chiamata a confrontarsi sulla destinazione dell’area, più che sulle forme di gestione, partendo dalla considerazione (che deve essere prioritaria rispetto ad ogni altra) che, in presenza di un bene culturale, nel caso specifico archeologico, riconosciuto patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, la titolarità in capo alle competenti istituzioni pubbliche vada, per forza di cose, considerata come un qualcosa di assolutamente temporaneo, dovendo, invece, prevalere un’ottica di totale collaborazione. È stato posto in evidenza, inoltre, come l’area archeologica centrale di Roma non debba e non possa considerarsi avulsa dalla città, ma debba risultare integrata nella città stessa, alla stregua di un parco archeologico urbano. La Commissione Paritetica ha inviato, in data 30 dicembre 2014, nel pieno rispetto dei tempi, al Ministro e al Sindaco la relazione finale riguardo il lavoro svolto nel corso del proprio mandato. La relazione contiene le proposte tecnico-scientifiche su cui il MiBACT e Roma Capitale definiranno le proprie soluzioni. Nella relazione, la Commissione - che propone di attribuire la denominazione di “Area archeologica centrale di Roma” al quadrilatero costituito da Piazza Venezia, Fori Imperiali, Colosseo, Colle Oppio, Campidoglio-Teatro di Marcello, Foro Romano, Palatino e Circo Massimo - suggerisce diverse soluzioni per un migliore sistema degli accessi e dei percorsi e per regolare e migliorare i servizi turistici di quella che diventerà la più grande area archeologica urbana del mondo. Su tali proposte il Ministro e il Comune sono ora impegnati in una riflessione, mirante a condurre a un accordo di valorizzazione che consenta, grazie a una gestione integrata, il pieno superamento dei problemi ricordati.
Documentazione:
Interrogazione del 22 aprile 2015
(documento in formato pdf, peso 149 Kb, data ultimo aggiornamento: 15 maggio 2015 )