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MUSEI: TRIPLICATI VISITATORI ANZIANI, CALANO GIOVANI E DONNE, CRESCE INTERNET I dati in “Il museo in ascolto”, ricerca di Ludovico Solima promossa dal MiBAC
Testo del comunicato
Nell'ultimo decennio i musei italiani sono cambiati e il loro pubblico anche. I dati parlano
chiaro: viene segnalata una diminuizione della presenza delle donne, il triplicarsi degli anziani e il dimezzamento dei ragazzi. Le sale museali segnano inoltre un calo di presenze tra gli stranieri e un maggior numero di italiani. Questi sono alcuni dei dati che emergono da 'Il museo in ascolto. Nuove strategie di comunicazione per i musei statali', un'indagine svolta da Ludovico Solima per conoscere le esigenze del pubblico e valutare l'efficacia della comunicazione nei musei, presentata stamattina a Roma, all'Istituto Nazionale per la Grafica e realizzata dalla direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale MiBac.
"I visitatori sono i protagonisti della ricerca", cosi' Solima introduce il proprio lavoro, svolto tra dicembre 2010 e giugno 2011 con oltre 4.500 questionari distribuiti in 12 musei statali italiani e che viene riproposta a dieci anni dalla prima edizione dell'indagine promossa dal MiBac sulla comunicazione nei musei statali italiani, svolta dallo stesso autore. Il quadro che emerge e' quello di un pubblico che chiede una maggiore partecipazione e che non vuole piu' essere solo un fruitore.
In dieci anni e' cambiato moltissimo anche il modo di avvicinarsi ad un museo: "Si e' venuto a definire un nuovo paradigma di comunicazione con lo sviluppo di Internet", conferma l'autore della ricerca. Infatti cio' che emerge dal volume e' proprio che il primo contatto tra la struttura museale e il pubblico sia la rete, poi la carta stampata ed infine il 'passaparola'.
Le motivazioni che spingono le persone a visitare i musei sono innanzitutto formative. C'e' una forte esigenza di conoscenza e comprensione che spesso pero' si deve confrontare con alcune criticita': ai primi posti, rispetto alla ricerca di 10 anni fa, rimane innanzitutto la difficolta' di raggiungere la struttura museale, in assenza un'adeguata segnaletica esterna.
La ricerca fa emergere, poi, che durante la visita, che il 46% del pubblico effettua con i propri familiari e il 17% da solo, l'allestimento (per l'88% degli intervistati), il personale di sala (per il 78%) e le didascalie (per il 77%) risultano essere gli strumenti e i canali di comunicazione preferiti e che, una volta fuori dal museo, si desidererebbe aver ricevuto maggiori informazioni.
Molto importante e' l'esigenza di una 'visione d'insieme' che il museo dovrebbe contribuire a fornire, rispetto alla specificita' dell'opera. Cio' implica il passaggio da una lettura del museo di tipo encicplopedico, ad una di tipo narrativo, attraverso una nuova strategia comunicativa che si basi piu' sul racconto e meno sul dato.
Cio' che emerge dal volume e', inoltre, il desiderio del visitatore di rimanere aggiornato sulle attivita' del museo che ha appena visitato, soprattutto attraverso Internet, aprendo alla prospettiva di costruzione di un rapporto stabile tra istituto e persona.
"In 10 anni sono cambiate moltissime cose e il fatto di avere ora, attraverso lo stesso gruppo di lavoro, la possibilita' di un'indagine accurata che prende in esame le stesse tipologie di prodotto, ci permette di riorganizzarci e rimetterci in sesto per un'offerta adeguata", cosi' Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del MiBac, ha commentato l'indagine svolta da Solima.
I musei coinvolti nella ricerca sono il Museo Palazzo Ducale a Mantova, la Pinacoteca di Brera a Milano, il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, la Galleria Palatina a Firenze, il Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia, la Galleria d'Arte Antica di Palazzo Barberini e Palazzo Massimo a Roma, il museo Archeologico Nazionale di Napoli il Museo di Capodimonte di Napoli e il Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata, a Matera.
fonte dati: Adnkronos
chiaro: viene segnalata una diminuizione della presenza delle donne, il triplicarsi degli anziani e il dimezzamento dei ragazzi. Le sale museali segnano inoltre un calo di presenze tra gli stranieri e un maggior numero di italiani. Questi sono alcuni dei dati che emergono da 'Il museo in ascolto. Nuove strategie di comunicazione per i musei statali', un'indagine svolta da Ludovico Solima per conoscere le esigenze del pubblico e valutare l'efficacia della comunicazione nei musei, presentata stamattina a Roma, all'Istituto Nazionale per la Grafica e realizzata dalla direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale MiBac.
"I visitatori sono i protagonisti della ricerca", cosi' Solima introduce il proprio lavoro, svolto tra dicembre 2010 e giugno 2011 con oltre 4.500 questionari distribuiti in 12 musei statali italiani e che viene riproposta a dieci anni dalla prima edizione dell'indagine promossa dal MiBac sulla comunicazione nei musei statali italiani, svolta dallo stesso autore. Il quadro che emerge e' quello di un pubblico che chiede una maggiore partecipazione e che non vuole piu' essere solo un fruitore.
In dieci anni e' cambiato moltissimo anche il modo di avvicinarsi ad un museo: "Si e' venuto a definire un nuovo paradigma di comunicazione con lo sviluppo di Internet", conferma l'autore della ricerca. Infatti cio' che emerge dal volume e' proprio che il primo contatto tra la struttura museale e il pubblico sia la rete, poi la carta stampata ed infine il 'passaparola'.
Le motivazioni che spingono le persone a visitare i musei sono innanzitutto formative. C'e' una forte esigenza di conoscenza e comprensione che spesso pero' si deve confrontare con alcune criticita': ai primi posti, rispetto alla ricerca di 10 anni fa, rimane innanzitutto la difficolta' di raggiungere la struttura museale, in assenza un'adeguata segnaletica esterna.
La ricerca fa emergere, poi, che durante la visita, che il 46% del pubblico effettua con i propri familiari e il 17% da solo, l'allestimento (per l'88% degli intervistati), il personale di sala (per il 78%) e le didascalie (per il 77%) risultano essere gli strumenti e i canali di comunicazione preferiti e che, una volta fuori dal museo, si desidererebbe aver ricevuto maggiori informazioni.
Molto importante e' l'esigenza di una 'visione d'insieme' che il museo dovrebbe contribuire a fornire, rispetto alla specificita' dell'opera. Cio' implica il passaggio da una lettura del museo di tipo encicplopedico, ad una di tipo narrativo, attraverso una nuova strategia comunicativa che si basi piu' sul racconto e meno sul dato.
Cio' che emerge dal volume e', inoltre, il desiderio del visitatore di rimanere aggiornato sulle attivita' del museo che ha appena visitato, soprattutto attraverso Internet, aprendo alla prospettiva di costruzione di un rapporto stabile tra istituto e persona.
"In 10 anni sono cambiate moltissime cose e il fatto di avere ora, attraverso lo stesso gruppo di lavoro, la possibilita' di un'indagine accurata che prende in esame le stesse tipologie di prodotto, ci permette di riorganizzarci e rimetterci in sesto per un'offerta adeguata", cosi' Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del MiBac, ha commentato l'indagine svolta da Solima.
I musei coinvolti nella ricerca sono il Museo Palazzo Ducale a Mantova, la Pinacoteca di Brera a Milano, il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, la Galleria Palatina a Firenze, il Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia, la Galleria d'Arte Antica di Palazzo Barberini e Palazzo Massimo a Roma, il museo Archeologico Nazionale di Napoli il Museo di Capodimonte di Napoli e il Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata, a Matera.
fonte dati: Adnkronos
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:26 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:26