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Intervista a Massimo Pistacchi, direttore dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi
Testo del comunicato
Si segnala l'intervista di Massimo Pistacchi, pubblicata oggi sul sito www.QuotidinoArte.it a cura di Raffaella Ansuini
L’intero patrimonio e le informazioni catalografiche dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi sono in corso di digitalizzazione. Quando saranno disponibili online?
L’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA) custodisce un patrimonio di oltre 400.000 supporti analogici (vinile, nastri, videocassette ecc.) e digitali CD, DVD ecc.) su cui sono registrati documenti sonori e audiovisivi, di carattere storico e moderno, prodotti negli ultimi 100 anni. La collezione dell’Istituto viene incrementata, oltre che dalle normali attività di acquisizione (acquisti, donazioni, registrazioni ecc.) anche dai documenti pervenuti ai sensi della Legge 106/2004 relativa al deposito legale di quanto prodotto in Italia nel settore audio video. Grazie a un massivo piano di digitalizzazione, è stata creata negli ultimi anni la copia digitale di gran parte dei documenti sonori “analogici” conservati nell’Istituto: tali interventi e la capillare informatizzazione dell’Istituto, consentono oggi di offrire al pubblico, liberamente accessibili via web, il catalogo generale e un “estratto” dei primi 30 secondi di riproduzione (a bassa definizione, ossia MP3 a 32 Kbit) di ca. 330.000 documenti sonori e 135.000 immagini che aumentano progressivamente con il progredire delle attività di catalogazione e di conversione analogico/digitale in corso.
Le limitazioni (in durata e in qualità) della fruizione dei documenti sonori in rete non dipendono da problemi di carattere tecnico quanto e soprattutto per ottemperare ai vincoli di carattere giuridico-legale, apposti per garantire il rispetto dei diritti dei produttori (autori, esecutori, editori) […].
La Discoteca di Stato, ora Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, che conserva la più grande collezione pubblica italiana di documentazione sonora, esporrà in modo permanente al Palazzo della Civiltà Italiana? I tempi di realizzazione?
Il progetto di trasferire l’Istituto presso il Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR è giunto alla sua fase finale: eseguiti complessi interventi sulla struttura architettonica, sia nelle parti esterne che interne, si è oggi in attesa di risolvere le problematiche riguardanti gli accordi per l’ultimazione delle opere di allestimento interno; per la definitiva formalizzazione tra le parti interessate dell’utilizzo dei rispettivi spazi (MiBAC, Fondazione Valore Italia, EUR Spa); per la ripartizione degli oneri di gestione.
Di certo, il trasferimento al Palazzo della Civiltà, che ci auguriamo essere ormai prossimo, costituirà un capitolo di straordinaria importanza per l’Istituto in grado di determinare un salto di qualità sia per la gestione del patrimonio e lo sviluppo delle specifiche attività istituzionali, come punto di riferimento del settore in materia di beni sonori ed audiovisivi, ma soprattutto per ampliare e qualificare l’offerta dei nostri servizi.
Cosa comprende il patrimonio dell’Istituto per i Beni Sonori ed Audiovisivi?
Il primo, ideale, fondo della storica Discoteca di Stato si può considerare "La parola dei Grandi", raccolta di voci storiche registrate da Rodolfo De Angelis nella prima metà degli anni Venti. Si trattava delle voci di poeti e scrittori quali Giacosa, incisa nel 1900, Trilussa, Marinetti, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Bassani, Caproni, Luzi, Bertolucci; voci di papi, a partire da quella di Leone XIII del 1903; voci di re: Vittorio Emanuele III; voci di generali e politici della prima guerra mondiale: Cadorna, Diaz, Badoglio, Orlando; voci del fascismo: Mussolini, De Vecchi, Balbo; voci di scienziati: Marconi, Fermi; di politici della repubblica: Togliatti, De Gasperi, Nenni, Saragat.
Sebbene tale nucleo fu costituito prima dell’Istituzione della Discoteca, il cui Regio Decreto risale al 1928, esso costituì una tappa determinante per la costituzione, in Italia, di un patrimonio sonoro pubblico. Ed infatti proprio a partire dal 1928 il fondo si arricchirà con documenti di folklore, musica, teatro, danza, cinema. Oggi, nel loro complesso, le collezioni dell'Istituto sono formate da documenti registrati su oltre 400.000 supporti tra cilindri di cera, fili metallici, dischi, nastri, compact disc, videocassette, dvd, pervenuti tramite acquisti, donazioni, convenzioni, deposito legale e registrazioni dal vivo. […].
Quali sono i servizi che l’istituto offre al pubblico?
Presso la sede dello storico Palazzo Caetani è possibile:
consultare il catalogo multimediale su OPAC (On-line Public Access Catalogue) che garantisce l'ascolto e la visione del materiale multimediale digitalizzato (circa 350.000 brani audio e 130.000 immagini) e la consultazione delle descrizioni del materiale audiovisivo (circa 1.000.000 di titoli). La consultazione del catalogo può essere effettuata sia in modalità ricerca semplificata o in modalità ricerca avanzata accedendo direttamente alla banca dati in OPAC sia consultando in sede repertori multimediali di musica, danza e teatro. È altresì accessibile, attraverso un sintetico catalogo on-line, il catalogo della Biblioteca. Il materiale pervenuto in Biblioteca dopo il 1 gennaio 2010 è consultabile sull'OPAC generale.
Sempre nell’ambito della Biblioteca è possibile consultare repertori multimediali internazionali: […].
È inoltre possibile prenotare una cabina per l'ascolto-visione in sede dei documenti d’archivio: […].
Infine si possono richiedere riversamenti di materiali audiovisivi […].
L’Istituto ha sede nel Palazzo Mattei Giove, uno dei 5 palazzi Mattei. Effettuate visite guidate nella cosiddetta “Insula Mattei”?
Il complesso architettonico denominato "Isola dei Mattei", delimitato da Via Caetani, Via delle Botteghe Oscure, Piazza e Via Paganica, Piazza Mattei e Via dei Funari, costituisce un'organica unità urbana ed è luogo di molteplici funzioni. Oggi vi svolgono la loro attività di conservazione e informazione archivistica e bibliografica e di ricerca scientifica sei istituzioni: la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, la Fondazione Caetani, il Centro di Studi Americani, l’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi, l'Istituto della Enciclopedia Italiana, l'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea. Sorte in tempi differenti e con finalità distinte, tali istituzioni hanno deciso di far nascere da una semplice vicinanza fisica forme di collaborazione più strette che caratterizzino l'insula per una presenza culturale - oltre che urbanistica - forte, definita da una rete di attività e di servizi integrati. L’ICBSA, in collaborazione con la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, organizza periodicamente visite guidate a Palazzo Mattei di Giove, mentre è ancora in fase di studio l'organizzazione di visite guidate al complesso di servizi culturali e di beni artistici ed architettonici dell'intera insula Mattei.
Sulla rivista trimestrale «Territori della Cultura», il trimestrale scientifico del CUEBC, sono stati pubblicati a sua firma due interessantissimi articoli sulla storia della fonografia. Da allora tanta strada è stata percorsa. C’è interesse da parte del pubblico, soprattutto giovane, di conoscere le origini delle nuove tecnologie?
È indubbio che esiste un interesse potenziale delle giovani generazioni per gli antichi strumenti di riproduzione del suono, una curiosità legata soprattutto al loro funzionamento e al loro aspetto. Un interesse peraltro emerso sia nel corso degli incontri formativi periodicamente organizzati dall’ICBSA e rivolti a scuole e università ma soprattutto dai risultati del progetto pilota "Laboratorio di Alfabetizzazione agli Strumenti Audiovisivi", rivolto agli Istituti scolastici secondari di secondo grado, realizzato nel 2009 e presentato al Salone Italiano dell’Educazione (Genova 11–13 novembre 2009). Un interesse che andrebbe sollecitato con specifiche iniziative e apposite sezioni didattiche in strutture dedicate quali, ad esempio, la futura sede del Museo dell’Audiovisivo.
In attesa del suo trasferimento nel Palazzo della Civiltà Italiana l’ICBSA ha inaugurato, il 3 ottobre 2010, una piccola sezione espositiva al terzo piano di Palazzo Mattei di Giove, nella sala detta “Stireria”, che illustra, attraverso alcuni apparecchi originali, la storia e la fortuna commerciale della fonografia dalle origini agli anni Trenta. I pezzi presentati rappresentano una selezione dei macchinari più significativi della collezione acquisita nel 2003 da Giuseppe Buonincontro, divisi in quattro sezioni tematiche […].
L'interesse dimostrato dai visitatori durante le visite guidate a Palazzo Mattei di Giove, effettuate periodicamente nel corso dell'anno, nei confronti della nostra sezione espositiva conferma l'ipotesi già avanzata che un itinerario espositivio-didattico che documenti l'evoluzione dei mezzi di riproduzione del suono dalle origini ai nostri giorni non soltanto riscuoterebbe un ampio gradimento da parte del pubblico, ma andrebbe anche a colmare una lacuna che di fatto esiste nelle nostre sedi museali, l'assenza cioè di un museo che organizzi una serie di informazioni e di materiali intorno al concetto della musica riprodotta, che comprende non solo gli strumenti di riproduzione del suono ma anche i supporti che nel corso del tempo hanno contenuto i fonogrammi che le macchine stesse poi riproducevano. E questo tipo di museo acquisterebbe maggior valore tanto più ai nostri giorni, proprio in relazione al fatto che la diffusione di massa dell'ascolto musicale attraverso formati digitali compressi sembra aver decretato la fine del supporto fisico così come lo abbiamo conosciuto, dal vecchio cilindro di Edison al disco di vinile, dal nastro magnetico al compact disc.
L’intero patrimonio e le informazioni catalografiche dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi sono in corso di digitalizzazione. Quando saranno disponibili online?
L’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA) custodisce un patrimonio di oltre 400.000 supporti analogici (vinile, nastri, videocassette ecc.) e digitali CD, DVD ecc.) su cui sono registrati documenti sonori e audiovisivi, di carattere storico e moderno, prodotti negli ultimi 100 anni. La collezione dell’Istituto viene incrementata, oltre che dalle normali attività di acquisizione (acquisti, donazioni, registrazioni ecc.) anche dai documenti pervenuti ai sensi della Legge 106/2004 relativa al deposito legale di quanto prodotto in Italia nel settore audio video. Grazie a un massivo piano di digitalizzazione, è stata creata negli ultimi anni la copia digitale di gran parte dei documenti sonori “analogici” conservati nell’Istituto: tali interventi e la capillare informatizzazione dell’Istituto, consentono oggi di offrire al pubblico, liberamente accessibili via web, il catalogo generale e un “estratto” dei primi 30 secondi di riproduzione (a bassa definizione, ossia MP3 a 32 Kbit) di ca. 330.000 documenti sonori e 135.000 immagini che aumentano progressivamente con il progredire delle attività di catalogazione e di conversione analogico/digitale in corso.
Le limitazioni (in durata e in qualità) della fruizione dei documenti sonori in rete non dipendono da problemi di carattere tecnico quanto e soprattutto per ottemperare ai vincoli di carattere giuridico-legale, apposti per garantire il rispetto dei diritti dei produttori (autori, esecutori, editori) […].
La Discoteca di Stato, ora Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, che conserva la più grande collezione pubblica italiana di documentazione sonora, esporrà in modo permanente al Palazzo della Civiltà Italiana? I tempi di realizzazione?
Il progetto di trasferire l’Istituto presso il Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR è giunto alla sua fase finale: eseguiti complessi interventi sulla struttura architettonica, sia nelle parti esterne che interne, si è oggi in attesa di risolvere le problematiche riguardanti gli accordi per l’ultimazione delle opere di allestimento interno; per la definitiva formalizzazione tra le parti interessate dell’utilizzo dei rispettivi spazi (MiBAC, Fondazione Valore Italia, EUR Spa); per la ripartizione degli oneri di gestione.
Di certo, il trasferimento al Palazzo della Civiltà, che ci auguriamo essere ormai prossimo, costituirà un capitolo di straordinaria importanza per l’Istituto in grado di determinare un salto di qualità sia per la gestione del patrimonio e lo sviluppo delle specifiche attività istituzionali, come punto di riferimento del settore in materia di beni sonori ed audiovisivi, ma soprattutto per ampliare e qualificare l’offerta dei nostri servizi.
Cosa comprende il patrimonio dell’Istituto per i Beni Sonori ed Audiovisivi?
Il primo, ideale, fondo della storica Discoteca di Stato si può considerare "La parola dei Grandi", raccolta di voci storiche registrate da Rodolfo De Angelis nella prima metà degli anni Venti. Si trattava delle voci di poeti e scrittori quali Giacosa, incisa nel 1900, Trilussa, Marinetti, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Bassani, Caproni, Luzi, Bertolucci; voci di papi, a partire da quella di Leone XIII del 1903; voci di re: Vittorio Emanuele III; voci di generali e politici della prima guerra mondiale: Cadorna, Diaz, Badoglio, Orlando; voci del fascismo: Mussolini, De Vecchi, Balbo; voci di scienziati: Marconi, Fermi; di politici della repubblica: Togliatti, De Gasperi, Nenni, Saragat.
Sebbene tale nucleo fu costituito prima dell’Istituzione della Discoteca, il cui Regio Decreto risale al 1928, esso costituì una tappa determinante per la costituzione, in Italia, di un patrimonio sonoro pubblico. Ed infatti proprio a partire dal 1928 il fondo si arricchirà con documenti di folklore, musica, teatro, danza, cinema. Oggi, nel loro complesso, le collezioni dell'Istituto sono formate da documenti registrati su oltre 400.000 supporti tra cilindri di cera, fili metallici, dischi, nastri, compact disc, videocassette, dvd, pervenuti tramite acquisti, donazioni, convenzioni, deposito legale e registrazioni dal vivo. […].
Quali sono i servizi che l’istituto offre al pubblico?
Presso la sede dello storico Palazzo Caetani è possibile:
consultare il catalogo multimediale su OPAC (On-line Public Access Catalogue) che garantisce l'ascolto e la visione del materiale multimediale digitalizzato (circa 350.000 brani audio e 130.000 immagini) e la consultazione delle descrizioni del materiale audiovisivo (circa 1.000.000 di titoli). La consultazione del catalogo può essere effettuata sia in modalità ricerca semplificata o in modalità ricerca avanzata accedendo direttamente alla banca dati in OPAC sia consultando in sede repertori multimediali di musica, danza e teatro. È altresì accessibile, attraverso un sintetico catalogo on-line, il catalogo della Biblioteca. Il materiale pervenuto in Biblioteca dopo il 1 gennaio 2010 è consultabile sull'OPAC generale.
Sempre nell’ambito della Biblioteca è possibile consultare repertori multimediali internazionali: […].
È inoltre possibile prenotare una cabina per l'ascolto-visione in sede dei documenti d’archivio: […].
Infine si possono richiedere riversamenti di materiali audiovisivi […].
L’Istituto ha sede nel Palazzo Mattei Giove, uno dei 5 palazzi Mattei. Effettuate visite guidate nella cosiddetta “Insula Mattei”?
Il complesso architettonico denominato "Isola dei Mattei", delimitato da Via Caetani, Via delle Botteghe Oscure, Piazza e Via Paganica, Piazza Mattei e Via dei Funari, costituisce un'organica unità urbana ed è luogo di molteplici funzioni. Oggi vi svolgono la loro attività di conservazione e informazione archivistica e bibliografica e di ricerca scientifica sei istituzioni: la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, la Fondazione Caetani, il Centro di Studi Americani, l’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi, l'Istituto della Enciclopedia Italiana, l'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea. Sorte in tempi differenti e con finalità distinte, tali istituzioni hanno deciso di far nascere da una semplice vicinanza fisica forme di collaborazione più strette che caratterizzino l'insula per una presenza culturale - oltre che urbanistica - forte, definita da una rete di attività e di servizi integrati. L’ICBSA, in collaborazione con la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, organizza periodicamente visite guidate a Palazzo Mattei di Giove, mentre è ancora in fase di studio l'organizzazione di visite guidate al complesso di servizi culturali e di beni artistici ed architettonici dell'intera insula Mattei.
Sulla rivista trimestrale «Territori della Cultura», il trimestrale scientifico del CUEBC, sono stati pubblicati a sua firma due interessantissimi articoli sulla storia della fonografia. Da allora tanta strada è stata percorsa. C’è interesse da parte del pubblico, soprattutto giovane, di conoscere le origini delle nuove tecnologie?
È indubbio che esiste un interesse potenziale delle giovani generazioni per gli antichi strumenti di riproduzione del suono, una curiosità legata soprattutto al loro funzionamento e al loro aspetto. Un interesse peraltro emerso sia nel corso degli incontri formativi periodicamente organizzati dall’ICBSA e rivolti a scuole e università ma soprattutto dai risultati del progetto pilota "Laboratorio di Alfabetizzazione agli Strumenti Audiovisivi", rivolto agli Istituti scolastici secondari di secondo grado, realizzato nel 2009 e presentato al Salone Italiano dell’Educazione (Genova 11–13 novembre 2009). Un interesse che andrebbe sollecitato con specifiche iniziative e apposite sezioni didattiche in strutture dedicate quali, ad esempio, la futura sede del Museo dell’Audiovisivo.
In attesa del suo trasferimento nel Palazzo della Civiltà Italiana l’ICBSA ha inaugurato, il 3 ottobre 2010, una piccola sezione espositiva al terzo piano di Palazzo Mattei di Giove, nella sala detta “Stireria”, che illustra, attraverso alcuni apparecchi originali, la storia e la fortuna commerciale della fonografia dalle origini agli anni Trenta. I pezzi presentati rappresentano una selezione dei macchinari più significativi della collezione acquisita nel 2003 da Giuseppe Buonincontro, divisi in quattro sezioni tematiche […].
L'interesse dimostrato dai visitatori durante le visite guidate a Palazzo Mattei di Giove, effettuate periodicamente nel corso dell'anno, nei confronti della nostra sezione espositiva conferma l'ipotesi già avanzata che un itinerario espositivio-didattico che documenti l'evoluzione dei mezzi di riproduzione del suono dalle origini ai nostri giorni non soltanto riscuoterebbe un ampio gradimento da parte del pubblico, ma andrebbe anche a colmare una lacuna che di fatto esiste nelle nostre sedi museali, l'assenza cioè di un museo che organizzi una serie di informazioni e di materiali intorno al concetto della musica riprodotta, che comprende non solo gli strumenti di riproduzione del suono ma anche i supporti che nel corso del tempo hanno contenuto i fonogrammi che le macchine stesse poi riproducevano. E questo tipo di museo acquisterebbe maggior valore tanto più ai nostri giorni, proprio in relazione al fatto che la diffusione di massa dell'ascolto musicale attraverso formati digitali compressi sembra aver decretato la fine del supporto fisico così come lo abbiamo conosciuto, dal vecchio cilindro di Edison al disco di vinile, dal nastro magnetico al compact disc.
© 2021 MiC - Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:19