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Il ministro Sandro Bondi consegna la "Navicella d’oro" a Folco Quilici
Testo del comunicato
In perenne ricerca è l’impressione che dà ancora Folco Quilici, documentarista cinematografico e televisivo, giornalista, scrittore e fotografo. Come ha scritto il critico e studioso Tullio Kezich, la figura di Quilici si staglia al centro di un reticolo di “viaggi straordinari” simile al bambino di una poesia di Baudelaire, per il quale “l’universo è pari al suo grande appetito”: un fanciullo voracemente proteso sulla sconfinata realtà del pianeta.
Questo premio alla carriera “La Navicella d’oro”, dopo i tantissimi riconoscimenti italiani ed internazionali, consacra Quilici come uno dei nomi di massimo prestigio nella cultura del mare che, in oltre mezzo secolo di prodigiosa attività in ogni parte del pianeta, ha realizzato un’opera cinematografica imponente (per non dire dei preziosi contributi saggistici, narrativi, giornalistici, multimediali).
L’occhio di Quilici sa rendere il paesaggio parlante come in un racconto. Questa dote, accompagnata dalla vocazione di viaggiatore alla ricerca di ambienti e personaggi da scoprire, ha fatto sì che passasse con sorprendente facilità da un genere a un altro. Cioè Quilici sa usare con la stessa maestria la macchina da presa cinematografica, la macchina fotografica e la macchina da scrivere. Ma soprattutto in tutte queste attività egli porta un patrimonio culturale che si nutre non solo di studi e di letture di grandi scrittori, ma anche del rapporto diretto con la realtà complessa del nostro pianeta, soprattutto con quella parte sconosciuta e ancora misteriosa e spesso inesplorata del globo che è il mare.
Ai suoi numerosissimi documentari a carattere culturale hanno collaborato alcuni tra i migliori scrittori italiani, da Flaiano a Calvino da Sciascia a Silone a Piovene e a Comisso. Nelle sue “immersioni” oltre che nei mari, nella storia antica dei Greci e dei Fenici o nell’arte dal Barocco a Gauguin e nella grande serie di film sul Mediterraneo e sull’uomo europeo ha avuto collaboratori tra i maggiori studiosi del nostro tempo, Fernand Braudel, Sabatino Moscati, George Vallet (l’archeologo francese così legato al mondo classico) e consulenze di Levi-Strauss e di Leroy-Gouran.
Vorrei concludere con le parole del grande storico francese Fernand Braudel, fondatore dell’Ecole des archives che, nella prefazione al libro L’uomo europeo che raccoglie le foto e le immagini di Folco Quilici, così scrive: “ Scrittore, egli è l’uomo delle spiegazioni, delle interrogazioni che disciplinano e guidano le parole. [...] Ma egli è ancor più l’uomo delle immagini e, da questo punto di vista, uno dei primi, dei più prestigiosi che vi siano nel mondo delle immagini che parlano, che traducono il discorso, che in esso si inseriscono con forza e vi esplodono come a piacimento; perciò un solo paragone si rivela valido per situare Folco Quilici, quello di un pianista dotato di grande padronanza tecnica: le note della mano sinistra si inseriscono nella serie delle note della mano destra, la mescolanza è la musica, la poesia avvincente di libro e film assieme”.
Roma, 26 settembre 2008
Ufficio Stampa - MiBAC
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