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Comunicato Stampa del Direttore Generale per il Cinema, Gaetano Blandini
Testo del comunicato
Con riferimento alle polemiche suscitate dal finanziamento pubblico concesso al film documentario “Il sol dell’avvenire” di Gianfranco Pannone selezionato in concorso dal Festival di Locarno, ritengo doveroso, nella mia veste di Direttore generale per il cinema e Presidente della Commissione che all’epoca deliberò il contributo, fare delle precisazioni per fornire una corretta e quanto più possibile trasparente informazione.
Il progetto in questione fu deliberato il 15 settembre 2006, sulla base di un soggetto e un trattamento presentato dalla società di produzione e sulla base delle audizioni effettuate dalla Commissione alla presenza del produttore e dell’autore.
Come è possibile riscontrare dai verbali e dal soggetto agli atti dell’Amministrazione una delle motivazioni che spinsero, nella valutazione comparativa con gli altri progetti ad approvare quello in questione fu la dichiarazione e l’esame dello scritto, dal quale si evinceva come non c’era alcuna esaltazione o giustificazione della follia terroristica, ma di contro il proponimento di operare una rigorosa indagine storica delle motivazioni che, alla fine degli anni ’60, spinsero un gruppo di giovani di Reggio Emilia a passare dall’impegno politico alla follia del sogno rivoluzionario, indagando le ragioni che portarono al tragico salto alla lotta armata. Veniva per altro esplicitato come la ricostruzione per voce dei protagonisti sarebbe stata integrata da testimonianze quali quelle di Corrado Corghi (ex dirigente della D.C. ed esponente del cattolicesimo del dissenso) e di Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli trucidati dai nazifascisti nel 1943.
Nella stessa sessione di esame fu, inoltre, esaminato e non approvato il film “Banda Armata” di Francesco Patierno anche, in quanto era stato oggetto di forti critiche da parte dell’Associazione vittime della strage di Bologna.
Tutto ciò premesso, e sono certo di poter parlare anche a nome degli altri componenti della Commissione, come cittadino, prima ancora che come funzionario dello Stato, non avrei mai espresso un parere favorevole rispetto ad un progetto che non dico esaltasse, ma minimamente potesse giustificare l’azione di chi ha portato dolorosi lutti a cittadini comuni e ad alti funzionari dello Stato (magistrati, poliziotti, carabinieri) che hanno dato la loro vita in difesa dei valori della libertà e della democrazia.
Se la visione del film dovesse in qualsiasi modo offendere i familiari o la memoria delle vittime, nostro primo dovere è quello di chiedere comunque scusa anche se, come credo di aver ampiamente spiegato e motivato, la Commissione esamina progetti di film e non vede film finiti, tenendo presente, oltre ai criteri di esame, gli articoli 21 (libertà di manifestazione del pensiero), 33 (libertà dell’arte e della scienza) e 97 (imparzialità dell’Amministrazione) della Costituzione.
Al fine di consentire all’Amministrazione di svolgere al meglio il proprio lavoro e sulla base delle direttive ricevute dal Ministro Bondi, per il futuro chiederemo anche alle associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo di aiutarci nella valutazione di progetti riguardanti analoghe tematiche.
Roma, 7 agosto 2008
Ufficio Stampa MiBAC
Tel. 06.67232261/2262